Corteo antimafia

L’immagine dei quarantamila scesi in piazza a Reggio Calabria per protestare contro la Mafia è il quadro perfetto che esprime lo stato d’animo di un popolo stanco di vivere condizionato dalla presenza radicata nel territorio di questo fenomeno. E gli abitanti della città dello stretto hanno unitovoce e cuore per manifestare il loro malcontento. È stato un messaggio forte che ha fatto il girodella Penisola. Purtroppo, la nostra terra finisce il 90% delle volte in primo piano per fatti o eventi legati alla N’Drangheta e alle conseguenze dirette e indirette della sua esistenza. Il corteo di Reggio Calabria ovviamente va inserito in questa situazione, ma è stato visto dai Mass-Media Nazionali come un momento di ribellione di una città che non si vuole arrendere e che ha ancora intenzione di combattere. Ancora siamo lontani dal debellare la Mafia, ma nessuno vuole gettare la spugna. La gente sa che si tratta di una piaga radicata nei nostri costumi. Nel corso dei decenni, la Ndrangheta ha fatto il passaggio da mezzo di “protezione” a strumento d’oppressione, questo perché ha trovato terreno fertile nelle Istituzioni Nazionali che hanno spesso abbandonato la Calabria al proprio destino facendo in modo che i mafiosi la controllassero senza problemi e che la facessero diventare il punto focale dei loro traffici. In tanti hanno provato a formulare ipotesi e teorie per sconfiggerla: sono stati mandati eserciti, task-force, uomini di un certo spessore, eppure siamo ancora qui a manifestare contro la Mafia calabrese che, lo scorso anno, ha avuto un giro d’affari pari a un cinquantesimo delle voci in entrata dell’Economia Nazionale. Un’industria che produce morte e delinquenza. I calabresi sono stanchi e lo hanno “gridato” per l’ennesima volta con una manifestazione pacifica e civile perché la Calabria non è solo N’Drangheta, ma è una terra formata da giovani che vogliono diventare uomini senza scendere a compromessi come invece hanno fatto, spesso, le generazioni che li hanno preceduti.

Giuseppe Dattola

banner

Recommended For You

About the Author: Giuseppe Dattola