Giro di Lombardia, si chiude la stagione ciclistica in Italia: ecco cosa ha detto il 2010

Con un Giro di Lombardia avversato dal maltempo, si è concluso il 2010 agonistico in Italia. La “Classica delle foglie morte” ha visto il successo di Philippe Gilbert, sotto una pioggia battente che ha accompagnato il gruppo dal via da Milano sino all’arrivo a Como, dopo 260km. Alla vigilia, i favori del pronostico erano tutti per il belga, con Nibali, Scarponi, Visconti, Evans nel lotto di quelli che avrebbero dovuto insidiare il bis del corridore della Omega Pharma Lotto, già vincitore nel 2009. La corsa si è decisa dapprima nella discesa dalla Colma di Sormano, con Gilbert, Scarponi, Lastras e Nibali ad attaccare. Il messinese a causa di una caduta, veniva raggiunto dal gruppo inseguitore, mentre in testa prendeva il volo Gilbert insieme a Scarponi. Poi, il momento della consacrazione, per il secondo anno consecutivo, per Philippe Gilbert si è avuto sul San Fermo, quando – complice un problema meccanico per Scarponi – ha allungato in maniera definitiva, involandosi verso il traguardo di Como, per una vittoria a braccia alzate.

Ripercorrendo la stagione che è andata in archivio ieri, vediamo quali sono stati i punti caldi. È stato un anno che ha lanciato definitivamente tra i grandi Vincenzo Nibali: il siciliano della Liquigas ha corso da Gennaio a Ottobre, dimostrando di aver raggiunto la maturità necessaria per puntare a risultati ambiziosi per il prossimo anno. Nel mirino del messinese, dopo l’affermazione alla Vuelta, non può che esserci il Giro d’Italia. Quest’anno ha corso in appoggio al capitano Ivan Basso, con l’impressione che avrebbe potuto insidiarne il successo, se non fosse che le gerarchie in Liquigas erano definite in favore del varesino. Agonisticamente, è stata anche la stagione della “rinascita” di Alessandro Petacchi: il velocista è tornato ai massimi livelli con la Lampre Farnese Vini, agguantando al Tour de France una serie di successi in volata che hanno segnato una “seconda giovinezza”. Sfortunatamente, è stato anche il 2010 dei sensazionalismi mediatici, con lo stesso Ale-Jet che ha subito il trattamento, spesso violento, che carta stampata e tv generalista riservano al ciclismo ogni volta che si parla di doping e accertamenti delle responsabilità. Quel sensazionalismo che aveva sbattuto in prima pagina anche Vania Rossi, compagna di Riccardo Riccò, accusata di aver assunto sostanze dopanti, salvo scoprirne poi l’innocenza, senza che ne venisse reso conto con la stessa rilevanza dai media. Un pensiero anche per il Cobra di Formigine, costretto a scontare anche il purgatorio imposto dagli organizzatori di Giro d’Italia, Tour de France e grandi corse in linea, dopo aver pagato giustamente i propri errori con due anni di squalifica: tutti hanno avuto la loro chance per riabilitarsi dopo aver scontato le squalifiche, non si comprende perché Riccardo Riccò – tra i più forti ciclisti del pedale italico – abbia dovuto scontare un ulteriore anno di purgatorio e cambiar squadra, sperando in un 2011 dove gli venga data l’opportunità di confrontarsi con gli altri campioni lungo le strade del Giro e del Tour. È stato anche un anno tragico, con la scomparsa in Febbraio di Franco Ballerini, selezionatore della nazionale che ha perso la vita nel corso di un rally. Con l’amico di sempre, Paolo Bettini, che ha raccolto l’eredità alla guida della nazionale italiana, senza riuscire a mettere a segno il colpaccio nel Mondiale australiano, quello dove ha vinto Thor Hushovd. Il norvegese che non t’aspetti, è spuntato sul traguardo di Geelong a braccia alzate, e pensare che in Francia le ha prese da Petacchi… con i se e con i ma, non si vincono le gare, però, una tattica di gara diversa da parte degli azzurri ed un Petacchi in più, forse avrebbero lasciato aperta qualche chance per l’arrivo in volata. Adesso, tutti in letargo, prima di riprendere già sul finire di Gennaio, con l’apertura della stagione in Italia che dovrebbe vedere ancora confermato il Giro di Calabria.

Fabiano Polimeni

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