Il coraggio di Lea

Ieri a Crotone il sottosegretario dell’Interno A. Mantovano ha ricordato, al convegno dei Giuristi Cattolici, la triste storia di Lea Garofalo. La vicenda che si concluse con l’uccisione della giovane collaboratrice di giustizia  il cui cadavere venne sciolto nell’acido. Lea aveva rinunciato consapevolmente alla scorta poiché credeva che  trascorsi molti anni e ormai trapiantata in un’altra regione nessuno  l’avrebbe più infastidita. Non fu così poiché C.C., da quanto emerso dalle indagini, pare abbia dato appuntamento alla ex compagna, con la quale ha una figlia, e dopo averla sequestrata e torturata insieme a M.S. l’ha brutalmente assassinata facendone scomparire il cadavere con l’aiuto di altri due affiliati alla cosca. Gli ‘ndranghetisti si vollero vendicare delle dichiarazioni che la donna aveva rilasciato agli inquirenti sulle attività malavitose della famiglia. I delinquenti avevano progettato con cura l’omicidio tanto da procurarsi 50 litri di acido al fine di far scomparire per sempre il cadavere e far apparire il tutto come un allontanamento volontario e quindi non essere perseguiti dalla legge. Fortunatamente gli è andata male poiché le indagini sono cominciate celermente grazie alla segnalazione della stessa figlia. Il giudice Gennari ha emesso sei provvedimenti due dei quali sono stati eseguiti in carcere. Tutti  coloro che parteciparono al massacro sono oggi assicurati alla giustizia. Tutti abbiamo l’obbligo di continuare a ricordare questa vicenda che oltre all’orrore ci può fare riflettere su come continuare la lotta a tutte le mafie. Il coraggio di Lea Garofalo non deve essere stato vano.

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About the Author: Nadia Fotia