Gli imprenditori calabresi intravedono segnali di ripresa

Tra gli imprenditori calabresi si intravedono segnali di fiducia e, principalmente, il desiderio di uscire dalla crisi per intercettare la pur debole ripresa economica che si prevede già per il prossimo anno. E’ quanto emerge dal rapporto annuale Bcc Mediocrati – Demoskopika sulla congiuntura economica regionale. E’ l’industria il settore più fiaccato dalla crisi economica e finanziaria. Per la maggioranza degli imprenditori le difficoltà da superare sono ancora molte prima di poter imboccare la via della ripresa. L’analisi complessiva dei fattori dice che l’indice di fiducia generale del prossimo periodo, secondo le previsioni formulate dagli imprenditori, sarà purtroppo un anno critico e ancora segnato dall’onda lunga della grave crisi economica globale. In particolare, per ogni indicatore analizzato, escludendo le risposte che indicano una posizione di stabilità, i giudizi negativi degli intervistati, superano ampiamente quelli positivi.. Nel 2009 l’indice generale aveva guadagnato 7,6 punti mentre per il 2010 l’incremento è stato minore pari a 4,7: da 62 a 66,7 e restando in ogni caso in area negativa, come indistintamente tutti fattori che lo determinano. Entrando nel dettaglio dei singoli indicatori, non tutti seguono comunque l’andamento medio di un miglioramento. Le aspettative sulla situazione finanziaria appaiono stabili subendo anzi un leggerissimo calo: liquidità e tempi di incasso si attestano al 59,6 dopo una riduzione di 0,4 punti e disponibilità di credito al 66,5 dopo un flessione di 0,2. Un dato questo, che conferma ancora una volta le gravi difficoltà finanziarie affrontate dalle imprese locali acuitesi con la crisi economica e con la conseguente restrizione del credito bancario. Nulla di positivo anche sul fronte lavoro, dopo gli incrementi (+11,7 e +3,7) dei periodi precedenti le attese su una ripresa dell’occupazione segnano un calo di 1,4 punti stabilizzandosi al 71,7. Variazioni positive significative riguardano, invece, due importanti fattori endogeni che fanno ben sperare: fatturato, le cui aspettative di ripresa segnano un balzo di ben 12,1 punti passando dal 68 al 80,1 e investimenti che continuano la loro corsa verso il miglioramento già iniziata nell’anno precedente (+10,6 punti) portandosi nel 2010 al 71,5 dopo un incremento di 8 punti. I fattori del contesto macroeconomico segnano anch’essi un’evoluzione positiva pur continuando ad essere gli aspetti maggiormente critici che destano la maggiore preoccupazione tra gli imprenditori intervistati: in primis le aspettative sull’andamento dell’economia regionale che continuano a segnare un miglioramento di 8,8 punti passando dal 44,5 al 53,3 comunque inferiore a quello verificatosi nel periodo precedente (+15,3) e la fiducia sulla ripresa del proprio settore di appartenenza che dopo il rialzo di 5,2 punti si attesta al 63,4. L’indagine ha misurato, inoltre, l’orientamento ed il comportamento delle imprese alla luce delle rilevanti difficoltà provocate dalla oramai persistente crisi economica: dai rapporti con il sistema creditizio locale al livello di fiducia verso le istituzioni bancarie. Ben il 41,8 % dei soggetti economici intervistati dichiara che il crollo dei mercati finanziari ha inciso “molto negativamente” sui risultati economici della propria impresa. Una preoccupazione ancora più evidente se al dato appena menzionato aggiungiamo il 37,2% di quanti dichiarano “abbastanza negativamente”. In sintesi, quindi, si può dire, che quasi otto imprenditori su 10 (79,1%) continua a subire pesantemente gli effetti devastanti della crisi contro un 64,4% del livello di preoccupazione rilevato nell’anno precedente. Riguardo al resto del campione, per il 14,9% (19,4% nel 2008) la crisi economico-finanziaria ha avuto un limitato o scarso impatto, incidendo “poco” sull’andamento dell’impresa mentre solo il 6,1% (13,7% nel 2008) si è dichiarato totalmente immune (non avendo inciso “per niente”). La ripartizione dei dati per settore non evidenzia differenze significative, ciò a dimostrazione della “trasversalità” e della forza pervasiva del fenomeno. Tuttavia i dati consentono qualche distinguo: se consideriamo la somma delle risposte “abbastanza” e “molto”, il più colpito con il 67,8% è il settore dell’industria, in misura minore, invece, il commercio con il 62,3%.

Giuseppe Dattola

banner

Recommended For You

About the Author: Giuseppe Dattola