La Legge di Stabilità

Nelle vicende politiche di questi giorni, che riguardano una reale prospettiva di crisi di governo ed il verosimile rischio di elezioni anticipate, il Capo dello Stato, on. Giorgio Napolitano, si è espresso sulla necessità e sull’importanza di approvare ordinariamente la legge finanziaria da parte del Parlamento. L’articolo 81 della Costituzione Italiana stabilisce che : “Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo”. La legge finanziaria, che oggi ormai viene denominata Legge di Stabilità, contiene, in particolare, il bilancio dello Stato, ossia il resoconto delle entrate riscosse e delle spese effettuate dall’esecutivo nel corso dell’anno. Questa legge viene presentata al Parlamento, da parte del Governo, entro il 30 Settembre di ogni anno; il Parlamento la approva entro il 31 Dicembre dello stesso anno. La Legge di Stabilità è il principale strumento politico del Governo, ossia il principale strumento con cui si estrinseca l’azione politica del Governo. Da questo punto di vista, infatti, la politica è l’arte di fare quadrare il bilancio dello Stato realizzando una sorta di priorità in relazione alle spese da effettuare. Pertanto, alla luce di questo, quando il Governo decide di destinare una certa somma ad una certa attività, compie una decisione politica; e siccome si tratta di attività aventi natura economica, ecco che il bilancio dello Stato è il principale strumento di politica economica. L’azione del Governo, quindi, indirizza l’economia del paese attraverso le sue scelte. Terminata ormai da tempo l’epoca in cui lo Stato gestiva direttamente attività produttive di natura industriale, attraverso le società finanziarie che facevano capo all’IRI; il processo delle privatizzazioni realizzate a cavallo fra gli anni ’80 e ’90; i vincoli che pone l’Unione Europea all’intervento diretto dello Stato nell’economia; tutto ciò impedisce, oggi, al Governo di assumere direttamente iniziative economiche, come avveniva in passato. Per cui non si può dire che lo Stato possa creare direttamente posti di lavoro ed occasioni di sviluppo economico. Ma è evidente che le scelte di politica economica contenute nella legge di bilancio siano idonee ad indirizzare lo sviluppo economico in una od in un’altra direzione. Spesso si usa analizzare queste scelte calcolando la percentuale di spesa a favore di un determinato settore in rapporto al Prodotto Interno Lordo: tanto per fare un esempio, si valuta a quanto ammonta l’intera spesa sanitaria in rapporto al PIL; e si valuta anche se questa percentuale, negli anni, aumenta o diminuisce. Se, dunque, per rimanere nell’esempio, il Governo aumenta i fondi a favore della Sanità, compie una scelta politica precisa.

Prof. Giuseppe Cantarella

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