Fini assicura niente ribaltoni

«Ribaltoni non ce ne saranno ma, certo, se qualcuno fosse più umile e pensasse di aver torto lui, invece di invocare sempre il complotto, se qualcuno dicesse che alcuni impegni non sono stati mantenuti, le cose sarebbero migliori». Gianfranco Fini non fa mai esplicitamente il nome del vecchio alleato Berlusconi ma fa intendere molte cose. Davanti ad una scolaresca di Roma il Presidente della Camera rassicura tutti che non avrà luogo nessun ribaltone ma pretende più sobrietà e lealtà da parte del Premier. Infatti ad un consigliere municipale del Pdl che chiedeva a Fini cosa ne pensasse dei ribaltoni, il Presidente della Camera ha risposto: «il ribaltone è un sovvertimento della volontà popolare. Non credo che ci saranno ribaltoni».

C’è un momento in cui mi guardo allo specchio la mattina e mi dico che c’è un limite oltre il quale non si può andare, pena la dignità». In serata non si è fatta attendere la replica del Cavaliere e in una telefonata durante una manifestazione del Pdl a Modena ha detto: «Ho detto l’altro giorno di avere una certa età ma mi dicono che non ho ancora un successore. Vado avanti perché lo vogliono i nostri elettori. Questo Governo ha ottenuto risultati straordinari. Provocare una crisi politica ora, in una situazione di crisi economica, sarebbe irresponsabile. Sono convinto che questo governo avrà la fiducia sia alla Camera che al Senato. Ciò consentirà all’ esecutivo di andare oltre il 14 Dicembre e di continuare a governare. Ci sono dei piccoli partiti che vogliono aprire la crisi in modo irresponsabile e vogliono consegnare il Paese in mano alla sinistra e io non lo permetterò mai». Anche Pierferdinando Casini è intervenuto sentendosi tirato in causa dalle parole del Premier, dicendo che: «Se siamo vecchi noi, ed è vero, lui allora è catacombale. Noi siamo vecchi ma non vogliamo una poltrona. Lui è più vecchio e vuole rimanerci sopra». Sul ribaltone poi ha aggiunto: «Ha ragione Fini: il ribaltone è la volontà di escludere qualcuno. Qui nessuno vuole escludere nessun altro. Tutt’al più è lui che si autoesclude.

Un Governo di responsabilità è una cosa diversa, è l’idea, in un momento di difficoltà per il Paese, di ampliare e rafforzare le convergenze possibili per governare meglio e con più efficacia il nostro Paese». Il leader centrista si spinge poi più in là chiedendo di trovare un giovane da mettere al posto di comando: «Troviamo un giovane assieme, lo indichi lui, e diamo finalmente a questo Paese un governo più giovane. Noi non abbiamo bisogno di posti. Se lui non continua con pervicacia a difendere la sua necessità di rimanere lì facciamo una bella intesa e un bel governo, con giovani bravi e volenterosi».

Salvatore Borruto

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