Il Governo incassa la Fiducia al Senato e pure alla Camera

Silvio Berlusconi incassa la fiducia, ma il futuro del Governo è tutt’altro che chiaro. Il Senato prima (cosa ampiamente prevedibile) e la Camera poi (3 voti più delle opposizioni), rilasciano il loro sì al Cavaliere e al suo esecutivo. Mattinata di alta tensione nei palazzi romani, dove il susseguirsi di colpi di scena ha fatto rischiare anche la rissa a Montecitorio ed ha spaccato di fatto il gruppo finiano alla Camera. La maggioranza di governo si è imposta alla Camera con 314 voti a sostegno e 311 contrari. Ai voti favorevoli di PDL, Lega, Noi Sud, si sono aggiunti i tre del Movimento di responsabilità (Calearo, Scilipoti e Cesario),  il Libdem Casciano, e i tre finiani Catone, Polidori e Siliquini. Gli unici due che non hanno partecipato al voto sono stati Moffa (Fli) e Gaglione (Gruppo Misto, ex Pd). A nulla sono valsi gli sforzi delle deputate in dolce attesa Mogherini (Pd), Bongiorno(Fli) e Cosenza (Fli) recatesi in aula per votare la sfiducia, addirittura la Bongiorno in sedia a rotelle. I voti contrari sono venuti da PD, Italia dei Valori, Udc, Mpa e Api, più i due Libdem Melchiorre e Tanino, e Nicco (Autonomie della Val d’Aosta). Gli unici due astenuti sono stati Bruggher e Zeller (autonomie Svp). Molto più netta la situazione al Senato con 162 sì e 135 no, più undici astenuti (10 finiani e l’ex Pdl Musso).

Come detto la tensione a Montecitorio era palpabile, sia durante le dichiarazioni di voto, sia durante la conta. Non è mancata la rissa tra i deputati al punto che Fini è stato costretto a sospendere la votazione. Il motivo per cui è scoppiata la scintilla è stata la votazione contro la sfiducia della finiana Polidori. Il finiano Barbareschi ha poi denunciato le pressioni indescrivibili che la collega ha dovuto subire in questi giorni, minacce addirittura rivolte alle sue aziende, in caso di votazione favorevole alla sfiducia (la Polidori è a capo delle aziende Cepu). Il clima però era teso fin dalle dichiarazioni di voto, infatti durante le dichiarazioni di Antonio di Pietro, il premier e tutta la maggioranza hanno abbandonato l’aula. Duro l’intervento di Italo Bocchino che ha respinto le accuse di tradimento al mittente: «Lei, presidente, ci ha accusato più volte di essere dei traditori, ma noi respingiamo l’accusa al mittente. Il mio leader è sempre stato ed è oggi, da quando sono entrato in politica, Gianfranco Fini». Il capogruppo PDL Cicchitto invece apre al dialogo: «Invito gli esponenti di Futuro e Libertà a non votare la sfiducia a questo governo che è disposto ad accogliere alcune proposte su temi economici, così come è disposto a discutere di riforme a partire dalla legge elettorale».

Intanto dalla maggioranza tornano a farsi vive le richieste di dimissioni del Presidente della Camera Fini che spiega: «La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta, resa ancor più dolorosa dalla disinteressata folgorazione sulla Via di Damasco di tre esponenti di Futuro e Libertà. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane». Il leader di Futuro e Libertà fa sapere che non ha nessuna intenzione di dimettersi dal ruolo che ricopre ormai dal 2008. Italo Bocchino, con grande ironia, fa alcune dichiarazioni sulla maggioranza: «C’è un governo solido, una maggioranza ampia, che sicuramente riuscirà a mettere in pratica il programma nell’interesse degli Italiani». Poi cita Togliatti. «Quando Pajetta occupò la prefettura contro Scelba, Togliatti gli disse: bravo, ora che ci fai? Ecco, a Berlusconi bisogna dire: e mò che hai preso la fiducia per tre voti in più, che ci fai?».

Anche per la Lega Nord, dalle dichiarazioni dei suoi leader, si capisce che per Berlusconi quella di oggi è una vittoria mutilata. Maroni spiega: «La partita comunque non è conclusa, abbiamo solo vinto il primo tempo. Ieri Berlusconi ha detto che vuole allargare la maggioranza a Fli e Udc, se riuscirà a farlo è bene, altrimenti non è che si può governare appesi a un voto. Quello che è certo è che noi non vogliamo fare la fine del governo Prodi». Molto più esplicito Calderoli: «Il governo mangia il panettone, ma penso che non mangerà la colomba, perchè in mezzo ci saranno le elezioni».

Dal centro-sinistra invece arrivano dichiarazioni sferzanti sulla tenuta della maggioranza. Per D’Alema «Berlusconi non è più il padrone del Centro-destra», per Rutelli il premier è inadeguato, mentre più netto è il giudizio dell’Idv: «Il premier ha ripetuto le stesse bugie che ascoltiamo ormai da 16 anni, e dato il clima natalizio le ha decorate con nastri e paillettes, ha cercato di blandire tutti con una lezioncina di educazione civica da quart’ordine ma è chiaro che è ormai al crepuscolo».

Salvatore Borruto

Vignetta by Lorenzo Cantarella

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