Bon ton: il galateo dell’ospite (seconda parte)

Continuiamo con i consigli per affrontare al meglio questo periodo di festa. Dopo il galateo del regalo, parliamo adesso di come ci si deve comportare quando si riceve un invito. Di solito, appena accettiamo, si presentano alla nostra mente sempre gli stessi interrogativi: Chi ci sarà? Che cosa mi metto? E soprattutto: che cosa porto? Prima di tutto, meglio evitare di chiedere apertamente chi sono gli altri ospiti. E’ poco educato, sicuramente poco discreto. E poi, basta pensare “positivo”: ci sarà senz’altro della gente simpatica, e se così non fosse, una serata passa in fretta. Quanto al cosa indossare, tener presente che, al giorno d’oggi, lo “sportivo-elegante” va sempre bene. Importantissimo pensare invece al “cosa portare”. La scelta è importante perché esprime il nostro ringraziamento per l’invito, e in più parla di noi, del nostro buon gusto a chi ci ha dimostrato di volerci bene. Se poi si vuole dare un segno di classe, (esageriamo!) la prima volta che ci si reca a casa di qualcuno, è di gran gusto inviare in anticipo un mazzo di fiori alla padrona di casa, per contribuire a dare un’aria festosa all’ambiente. Sul biglietto si può scrivere qualcosa di semplice, tipo: “Grazie per l’invito”. Se chi ci invita è un uomo, questo tipo di omaggio “verde” non è obbligatorio. Volendo farlo, non invieremo però fiori recisi, ma una bella pianta non fiorita. Tra amici più intimi, invece, si può portare direttamente un mazzo di fiori purché piccolo e facile da sistemare, dal momento che la padrona di casa dovrà andare alla ricerca di un vaso contemporaneamente all’arrivo di altri ospiti. Agli amici che ci invitano a Natale un regalo va portato. Non è però il caso di arrivare con un dono molto “importante”, per non mortificare altri ospiti giunti a mani vuote, o che si sono limitati a un semplice pensierino. Se conosciamo gli altri invitati, può essere ottima l’idea di mettersi d’accordo per un dono collettivo. Libri e dischi sono sempre graditi, ma presuppongono un minimo di conoscenza dei gusti del ricevente: è vero che se non gli piacciono, o li possiede già, li può sempre cambiare, ma andare a riportarli al negozio costituisce pur sempre un piccolo fastidio, che dovremo cercare di evitargli con una scelta “mirata”. Meglio invece non “lanciarsi” con piccoli oggetti per la casa, o personali: richiedono un certo grado di confidenza, un’ottima conoscenza dei gusti e delle esigenze di chi li riceve, e, se sono di valore, risultano spropositati per un semplice “grazie” per un invito a cena. Si va invece sul sicuro con una scatola di cioccolatini, o di dolci vari, sempre graditi, che i padroni di casa provvederanno ad aprire per condividerne il contenuto con gli ospiti dopo il caffè, per accompagnare piacevolmente l’eventuale bicchierino digestivo. Dolci freschi, torte e vini sono invece poco adatti a un invito a cena, proprio a causa della regola del galateo che impone a chi riceve l’ omaggio di offrirlo immediatamente ai presenti. State sicuri che chi invita ha già studiato tutto il menu, ha pensato al dessert, ha armonizzato la scelta dei vini con le vivande offerte. Il dessert in più rischia di turbare l’armonia del pasto, o almeno, nel migliore dei casi, ne appesantisce moltissimo il carico calorico. Così pure un vinello bianco frizzante, o un rosso corposo, risulterebbero sprecati se aggiunti in tavola solo perché portati da un ospite e magari anche in condizioni non ottimali di temperatura. Non conoscendo il menu, quindi, chi vuole ad ogni costo contribuire alla “cantina” della serata farà bene a portare un liquore, o un vino da dessert, oppure uno spumante o champagne brut, da portare già opportunamente raffreddato, che potrà essere servito come aperitivo. Ma chi ha la fortuna di avere un orto, o un piccolo frutteto, può fare omaggio agli amici più intimi (e nelle serate informali) dei propri prodotti, che saranno certo apprezzati e graditi. In questo caso, però, ricordiamoci che vale il concetto di “modica quantità” (si tratta di offrire un assaggio, non di riempire la dispensa) e che è richiesta un certa attenzione alla presentazione. Non che un cavolfiore vada incartato e infiocchettato come se fosse un mazzo di rose, ma senz’altro va un po’ ripulito della terra! Vanno evitati fantasiosi impacchettamenti, carte di giornale e sporte di plastica che non denotano certo eleganza. Meglio puntare decisamente su un foglio di carta velina pulita, o normale carta da pacchi.

M. Cristina Scullino

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