Nuoto: Covelli a Riccione

E’ andata bene ma poteva andare meglio. Questo è il pensiero di Daniele Covelli dopo la sua partecipazione alle finali nazionali Invernale di nuoto che si sono tenute a Riccione. L’asso della Piadeia ha fatto un’ottima figura con un tempo tutto sommato positivo anche se le sue aspettative erano maggiori dopo aver lavorato tanto per arrivare a questo appuntamento nelle migliori condizioni di forma possibili. Un minuto e quattro decimi è il tempo ottenuto del nuotatore calabrese nella sua specialità, i 100 rana, un tempo che conferma i suoi progressi e che comunque può e deve essere migliorato soprattutto da parte di un ragazzo che ha ancora tanti margini di crescita e che ha voglia e passione verso questa disciplina agonistica. Covelli chiude un 2010 da ricordare in cui ha scalato posizioni nel ranking italiano grazie al lavoro fatto in vasca e perfettamente seguito dallo staff tecnico della Piadeia che vede la presenza di due allenatori giovani e preparati come Nino Praticò e Diego Santoro. Praticò ha seguito Daniele a Riccione ed è stato un ottimo sostegno per un ragazzo che ha avuto modo di confrontarsi con il meglio dello Stile Rana in Italiano dato che in Calabria ormai è almeno due passi avanti rispetto ai suoi avversari. Adesso ci saranno dei giorni di riposo, dopodichè si tornerà in vasca per preparare i primi impegni del nuovo anno in cui si cercherà di fare un ulteriore salto di qualità. Non sarà facile ma l’asso della Piadeia ha grande spirito di sacrificio e lo ha dimostrato in questi anni basti pensare che, dal nulla, è arrivato ad essere considerato uno dei primi venticinque ranisti d’Italia. Ma, come detto, ogni classifica può essere aggiornata e migliorato e l’obiettivo della compagine reggina è quella di far arrivare i propri atleti il più alto possibile. Il presidente Calabrò cerca sempre di sostenere i suoi ragazzi e vuole offrigli le migliori opportunità per allenarsi in strutture adeguate come il Parco Caserta. I segreti dei successi della formazione dello stretto sono da attribuire soprattutto all’unità d’intenti di tutte le componenti di un gruppo che comincia a mettersi in mostra anche nelle massime platee nazionali.

Giuseppe Dattola

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