Consumi

Nei giorni scorsi il Centro Studi di Confcommercio, egregiamente diretto dall’economista reggino Mariano Bella, ha pubblicato il Rapporto Consumi 2010. In questo documento di sintesi è stato affermato chiaramente che “…la contrazione media annua del 2,1% della spesa per abitante riporta i consumi ai livelli precedenti il 1999. Un pauroso salto all’indietro che taglia il benessere fruito dai cittadini e genera aspettative negative sulle prospettive di qualità della vita.”

Più avanti viene presentato, nel dettaglio, l’elenco dei principali beni di consumo e le relative variazioni, in più od in meno. Il calo delle vendite delle automobile era già cosa nota, ma ora emerge un quadro abbastanza sconfortante, dal momento che, in definitiva, solo due categorie di consumo “tengono”, e si tratta dei tecnologici e dei servizi ricreativi e culturali. Ma, come ha precisato lo stesso dottore Bella in un’intervista radiofonica a Radio24, l’emittente de Il Sole 24 Ore, il valore positivo dei ricreativi e culturali non deve fare pensare che gli italiani spendano per libri, riviste, cinema o teatro, ma bisogna considerare che in questa categoria sono compresi anche le scommesse ed  i vari Gratta & Vinci, il che mostra una buona percentuale di consumatori che tenta di migliorare la propria condizione sociale, evidentemente ritenuta insoddisfacente. Il Rapporto Consumi, comunque, mette in luce anche un aspetto positivo dei consumatori italiani, vale a dire l’aver saputo ridurre gli sprechi, soprattutto nel campo alimentare (…   le famiglie italiane, pure in un contesto di prolungata e acuta criticità, hanno manifestato un’ottima capacità di reazione, scegliendo i beni e i servizi con il migliore rapporto qualità-prezzo, riducendo gli sprechi …).

L’Ufficio Studi di Confcommercio mette in evidenza il problema fiscale a carico dei consumatori: “ …Il consumatore italiano è una risorsa per il Paese. Poco, o per nulla valorizzato, come la mancata riduzione della pressione fiscale sul lavoro purtroppo ancora testimonia.” Che dire? L’analisi condotta è impietosa. Probabilmente il consumatore italiano, in questi ultimi anni, ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità, sforando il proprio bilancio, oppure il bilancio familiare, grazie alle nuove opportunità che il mercato del credito al consumo offre oggi, con tutta una serie di offerte che inducono all’acquisto ma che poi costituiscono un impegno finanziario da mantenere. Da questo punto di vista, dunque, forse la crisi che è cominciata nel 2008 ha avuto questo aspetto positivo, e cioè quello di farci riflettere ed acquisire una nuova consapevolezza del consumo visto come uno strumento rivolto prevalentemente verso il necessario, evitando quanto più possibile il superfluo.

Continueremo la prossima settimana parlando dell’importanza dei consumi nell’economia moderna.

Prof. Giuseppe Cantarella

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