Consumi

25\01\2011 – Nell’economia moderna, dove la stragrande maggioranza dei beni vengo ottenuti da un processo industriale, i consumi rappresentano un aspetto fondamentale. Infatti, con il termine consumismo possiamo intendere due significati. Il primo, afferente alla teoria economica, e che mette i consumi al centro del circuito economico produttivo industriale. Il secondo, che ha un valore alquanto dispregiativo, mette in evidenza gli aspetti deteriori dei comportamenti dei consumatori, sempre più orientati verso il compra & getta, senza dare ai beni il loro giusto valore. Come al solito, la verità sta in mezzo. E’ evidente che se per un qualsiasi motivo i consumi si contraggono, i magazzini delle fabbriche e dei grossisti si riempiono di merce invenduta, per cui è necessario rallentare i ritmi produttivi, magari utilizzando lo strumento della Cassa Integrazione Guadagni, oppure, nella peggiore delle ipotesi, la riduzione del personale, in una parola: disoccupazione. Ma non è neanche possibile immaginare una società composta da consumatori che destinino interamente il proprio reddito disponibile all’acquisto di beni di consumo. Ora, il Rapporto Consumi 2010 pubblicato a cura dell’Ufficio Studi di Confcommercio, mette in evidenza che il livello dei consumi 2010 è sceso ai livelli del 1999, ossia 2 anni prima dell’adozione dell’Euro. E’ evidente che in questi anni abbiamo vissuto al di spora delle nostre possibilità, ora la festa è finita e non ci tocca che adeguarci. Confcommercio, tuttavia, pone l’accento sulla insopportabile pressione fiscale, che nel 2010 ha raggiunto un valore prossimo al 45% . E’ evidente che il reddito disponibile a ciascun individuo può avere tre destinazioni: Consumo; Risparmio; Tasse, Imposte e Contributi. Allo stato attuale è la terza voce che schiaccia i livelli di consumo: sono già diversi anni che si osserva, per esempio, una riduzione della spesa per generi alimentari, che nel 2009 è stata di 2.356 Euro, mentre nel 1999 era stata di 2.454 Euro; in calo anche l’abbigliamento e calzature, passati da 1.226 Euro nel 1999 a 1.159 Euro nel 2009. La strategia di politica economica da adottare in questi casi è cercare di abbassare la pressione fiscale, per ridare fiato ai consumi e fare ripartire l’economia produttiva, dal momento che con questi presupposti la recessione è dietro l’angolo.

Prof. Giuseppe Cantarella

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