Gheddafi non molla, anzi passa al contrattacco

Mattinata di guerriglia e scontri in tutta la Libia. Durissimi scontri fra i ribelli e le forze filo-governative del Rais, nella città di Misurata spari dei carri armati di Gheddafi sui manifestanti. È tutto un susseguirsi di esplosioni e minacce da una e dall’altra parte. A Tripoli, dalle emittenti della televisione di stato, si fanno proclami di vittoria e annunci di riconquiste di città fino a qualche ora prima in mano ai ribelli. Intanto il Rais ha fatto sapere di «celebrare la vittoria del nostro grande popolo sulle bande dei terroristi», attraverso il taglio delle imposte ai cittadini fedeli al regime. In seguito caroselli di giubilo in segno di vittoria, con circa 2000 persone festanti nella città di Bab al-Aziziya che sventolano bandiere verdi della Jamahiriya. Secche smentite invece sulle possibili voci di accordo fra il leader Libico e le tribù opposte al Rais stesso, e sulla riconquista di alcune città in mano ai ribelli. Secondo i media governativi l’esercito avrebbe riconquistato le città di Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e marcia ora verso Bengasi. Ma tutto questo è stato smentito dai ribelli, che hanno fatto sapere che «Non ci sono stati combattimenti nella notte, le città sono sotto il nostro controllo». Voci confermate anche da giornalisti stranieri di “France Presse”: «Siamo diversi giornalisti in un albergo all’ingresso ovest della città e non abbiamo sentito il rumore di combattimenti». E da Misurata i residenti dicono che: «La città è sotto il pieno controllo dei rivoluzionari, lo è da circa due settimane. Ora c’è calma e non ci sono combattimenti». Le stesse fonti hanno poi dichiarato: « Di aver sentito degli spari questa mattina presso l’aeroporto. Le brigate di Gheddafi sono là, ma sono circondate dai ribelli e hanno sparato a caso per terrorizzare le persone». Intanto gli scontri veri sono accaduti nella cittadina di Ben Jawad, dove le milizie ribelli si sono ritirate, subendo la perdita di circa 2 persone e 30 feriti. Inoltre fonti dei ribelli fanno sapere di stare organizzando una sorta di linea “Maginot” più a ovest, e precisamente a Raf Lanuf. Ma i ribelli sono in svantaggio numerico e di armamenti. Le truppe filo-governative hanno più armi sia dal punto di vista pesante che leggero, mettendo in seria difficoltà i ribelli al regime. Nella città di Misurata come già detto durissimi scontri, e secondo alcuni residenti raggiunti al telefono: «Gli abitanti della città non sono armati, se la comunità internazionale non interviene rapidamente sarà un massacro». Intanto Gheddafi si fa sentire, minacciando l’Europa in un intervista concessa per i media francesi: «Migliaia di persone provenienti dalla Libia invaderanno l’Europa, senza nessuno che sia in grado di fermarle. Se mi minacciano, se destabilizzano il Paese ci sarà il caos, avrete il problema dell’immigrazione. L’Europa avrà Bin Laden alle porte, verrà a sistemarsi in Africa del Nord. Avrete il jihad davanti a voi, nel Mediterraneo, attaccherà la Sesta Flotta americana e ci saranno atti di pirateria qui, a cinquanta chilometri dalle vostre frontiere. Sarebbe una catastrofe mondiale e non permetterò che accada. Gli uomini di Al Qaida hanno già preso contatti con Dako Amirov, che guida il jihad in Russia: sappiamo che tali contatti esistono e che vi sono discussioni in corso perché vengano ad aiutarli qui in Libia».

Salvatore Borruto

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