Troppi fertilizzanti e agenti chimici, angurie esplosive

L’abuso massiccio di un agente chimico ha letteralmente trasformato le angurie in delle vere e proprie bombe esplosive. È accaduto in Cina, dove gli agricoltori hanno fatto un uso spropositato di F., fertilizzante che in poco tempo  sviluppava i raccolti, facendo guadagnare molto in brevi periodi. Ma il tutto si è trasformato in un boomerang, devastando interi campi coltivati. Secondo la televisione cinese, alcuni campi della vastissima Cina sembravano avessero ospitato una vera e propria battaglia militare, con raccolti letteralmente devastati. Nel servizio andato in onda nella televisione di Stato cinese CCTV, il servizio descriveva le campagne attorno a Danyang come: «infestate da mine terrestri. In una sola mattina circa 80 angurie sono esplose. Nel pomeriggio erano diventate 100. Due giorni dopo, si è perso il conto. Ci sono almeno altre 20 fattorie colpite da questo fenomeno, per un totale di 45 ettari di terreno. I resti delle angurie esplose sono stati usati per nutrire pesci e maiali». Le angurie erano tutte deformi con i semi, solitamente neri all’interno, diventati addirittura bianchi.

Non è la prima volta che in Cina accade una cosa del genere. L’abuso di fertilizzanti e agenti chimici in maniera smisurata non è vietata dal Governo, che chiude un occhio, anzi due, riguardo al rispetto dell’ambiente. La crescita record spropositata di questi anni sta letteralmente distruggendo il Paese. Per uno sviluppo sostenibile, i tre fattori dello sviluppo dovrebbero essere equilibrati. I fattori economici, etici e ambientali dovrebbero camminare di pari passo. Invece in Cina si bada solamente ai fattori economici, legata ad uno sviluppo del Pil miope e del tutto insensato. Che senso ha avere enormi ricchezze, a scapito della terra in cui si vive? Questi sono concetti che non scopriamo oggi, ma che già a partire dagli anni 60 e 70 alcuni sociologi e studiosi si ponevano come obiettivo da raggiungere. A tal proposito, ci piace riportare un discorso di Bob Kennedy, proprio in relazione al Pil, eravamo nel 1968:

“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani. “

(Robert Kennedy)

Salvatore Borruto

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