L’arte di Natino Chirico: movimento tridimensionale

Nell’ultima edizione del Reggio Calabria Filmfest una delle celebri opere di Natino Chirico era stata testimonial dell’arte calabrese. Il 17 giugno l’artista inaugura la personale “Cinema, luce e movimento”  nel complesso di Villa Fidelia di Spello, nella splendida terra umbra che rimane aperta al pubblico fino al 24 luglio.

Qual è la traccia che unisce le ottanta opere della sua mostra?

Ho voluto porre l‘accento sulla ricerca della luce e del movimento. Charlie Chaplin e Federico Fellini sono i protagonisti. Da una parte la rivoluzione sociale di Chaplin dall’altra la ricerca dell’io e della fantasia del grande regista.

Da dove nasce l’idea di unire cultura a scultura?

Sono in continua ricerca non solo verso nuove immagini ma anche attraverso diversi materiali. Gli elementi si fondono tra loro e diventano materia e movimento perché sono trasparenti, eteree. Si tratta di una sintesi della materia, del disegno, della luce: la ricerca che si sintetizza in una figura indefinita nel tempo diventando eterna.

Un’altra caratteristica della personale è  una visione tridimensionale della pittura.

È il caso dei tuffatori. Tra mito e realtà le pitture sono custodite dal metacrilato, rimanendo poi cristallizzate in teche trasparenti. Ho anche realizzato delle installazioni luminose che attraverso figure geometriche mostrano una pittura energica ed estemporanea.

Le sue creazioni nel corso del tempo hanno spesso incontrato la settima arte.

Il cinema mi attira in quanto veloce, sempre in movimento. Anche la figura di Chaplin è fondamentale: è mito del Novecento.

Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero. Qual è il luogo in cui vorrebbe realizzare la sua prossima mostra?

È mio grande desiderio poter realizzare una retrospettiva proprio nella mia terra d’origine. Spero di poter realizzare, magari nella primavera prossima, una mostra a Reggio Calabria.

Lei che è un uomo d’arte cosa pensa del recente spot pubblicitario della Regione Calabria, tanto oggetto di polemiche?

Mi ritengo un esteta e per questo amo un tipo di rappresentazione visiva che non è propriamente quella realizzata nello spot. Certamente c’è una strategia di marketing  che dal punto di vista pubblicitario ha le sue ragioni.

Pensando proprio a Reggio Calabria, ritiene che manchino degli spazi dedicati all’arte contemporanea?

La cultura è motore di tutto. Perché abbia senso, anche dal punto di vista economico, occorre programmare, spostare il baricentro verso il Nord Africa con strategie culturali e creare delle occasioni di scambio. Per quanto riguarda gli spazi espositivi è da tempo che se ne discute. Ritengo sia necessario che proprio i giovani diventino veri protagonisti.

Luisa Bellissimo

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