A Morano Calabro, prendi 3 (storia, arte e cultura) paghi 1 (viaggio)

Case in architettura povera degradanti verso il basso; un dedalo di viuzze che sale verso l’antico castello; archi, sottopassi, scalinate e catoi; angoli che rivelano panorami bucolici. Millenni di storia; antichi usi e costumi tramandati di generazione in generazione. Tutto questo e molto altro è Morano Calabro: pittoresco paese nel Parco del Pollino. Molti non sanno che la struttura urbana di questo centro calabrese – una colata di case che avvolge un colle conico, coronato dai resti di un castello – ispirò Cornelis Escher, l’artista olandese delle illusioni spaziali e delle prospettive impossibili. Il castello di origine normanna, fu rimaneggiato e restaurato, tra il 1515 e il 1546, da architetti napoletani per conto del Principe Sanseverino che lo elesse a propria dimora. Da qui, il passo è breve per la Collegiata dei Santi Pietro e Paolo, la chiesa più antica di Morano, risalente al Mille, che oggi si presenta totalmente ristrutturata in chiave tardo-barocca. Al suo interno, custodisce due coppie di statue marmoree di Pietro Bernini, padre del più famoso Gian Lorenzo. Nei pressi della villa comunale si trova la chiesa di San Bernardino da Siena – gioiello di architettura monastica quattrocentesca. Al centro, sotto l’arco santo, campeggiava il Polittico del veneto Bartolomeo Vivarini, pregevole opera, datata 1477, che temporaneamente è custodita nella sacrestia della Chiesa della Maddalena. Quest’ultima, affacciata sulla piazza principale, è visibile da ogni parte del centro storico grazie alla cupola e al campanile rivestiti di maiolica nei colori verde e ocra. Qui, è inoltre possibile ammirare la Madonna degli Angeli (1505) del Gagini, uno dei maggiori scultori del rinascimento meridionale. La ricca presenza di opere d’arte, molte delle quali provenienti da altre chiese moranesi, permette di definire la Chiesa della Maddalena, una sorta di Chiesa – museo. Fuori dall’abitato, sono da visitare: il Convento dei Cappuccini, con l’austero chiostro seicentesco; i ruderi del monastero di Colloreto, immersi in un grande bosco di faggi ai piedi del Pollino. Tanti sono anche i palazzi signorili, costruiti tra il ‘700 e l’’800. Morano Calabro, insieme ad altri comuni “Bandiera arancione”, ha aderito − lo scorso Ottobre − alla sottoscrizione della “Carta del turismo 10 e lode” con il Touring Club Italiano. Il documento contiene alcune linee generali di comportamento che rappresentano l’impegno delle amministrazioni locali per la valorizzazione e la difesa del patrimonio culturale e paesaggistico del proprio territorio in modo tale da garantire un’offerta turistica di qualità e un’accoglienza speciale. Visitare questa cittadina è, dunque, un vero “affare”!Curiosità: La “Festa della bandiera”, che si svolge annualmente nei giorni della festività liturgica del patrono San Bernardino da Siena (20 maggio), è una rievocazione storica della battaglia tra Saraceni e Moranesi.

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About the Author: Redazione ilMetropolitano