Storica decisione: FIAT fuori da Confindustria!

20111003-223747.jpg
Seppur consapevoli che Confindustria sia un’associazione volontaria di liberi imprenditori, la presenza della FIAT al suo interno sembrava indiscutibile. Giusto clamore quindi, nonostante l’avesse preannunciato in una lettera del 30 giugno, ha suscitato la diffusione della lettera che l’ad del Lingotto, Marchionne ha indirizzato al Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Decisione definitiva, inoltre, posto che, alla domanda rivoltagli in occasione dell’inaugurazione della nuova facoltà di ingegneria nell’ex area Fiat di Corso Settembrini, se la decisione potesse essere temporanea, l’ad ha risposto :”Il nostro è un addio ufficiale, parte dal 1° gennaio 2012. Noi non facciamo entrate e uscite”.
L’addio riguarda in particolare sia Fiat sia Fiat industrial, -due le lettere identiche, inviate, infatti, alla Presidente di Confindustria- le due società nate qualche mese fa dalla scissione della società originaria. Il motivo di tale decisione sembra essere il ridimensionamento delle efficaci misure che erano state prese in materia di flessibilità del lavoro. “Negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo”, scrive Marchionne, “nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l’obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all’accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all’approvazione da parte del Parlamento dell’articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all’estensione della validità dell’accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno». Questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficoltà dell’economia mondiale, avrebbe permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti». Ma, secondo Marchionne, «con la firma dell’accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l’applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull`efficacia dell’articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l’impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale». Questa mancata occasione di allineare il sistema impresa italiana al quadro internazionale, marcatamente più flessibile, ha portato l’ad a questa decisione: “abbiamo 180 stabilimenti in 30 paesi, non possiamo operare in Italia in un quadro di incertezze che ci allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato”. Secca la replica della Sarcegaglia :”Prendiamo atto delle decisioni della Fiat, pur non condividendolne le ragioni, anche sotto il profilo tecnico-giuridico” Come conseguenza dell’annunciato uscita da Confindustria, a fronte della già difficile situazione delle borse europee, i due titoli Fiat hanno avuto un calo superiore rispetto alla media dei titoli del paniere principale.In avvio di scambi in Borsa infatti Fiat cedeva il 4% e Fiat Industrial il 3,27%. Il gruppo torinese annuncia poi nuove produzioni: un suv a marchio fiat nello stabilimento di Mirafiori ed un nuovo motore benzina turbo a iniezione diretta per l’alfa Romeo nello stabilimento di Pratole serra (Avellino).

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano