Legge bavaglio: diritto di disinformazione?

La legge bavaglio colpisce ai fianchi, doloranti, il diritto d’informazione in Italia. L’ex ministro della giustizia, Clemente Mastella, ne è il padre. La base fondamentale è l’ obbligo di restrizioni nei confronti delle intercettazioni da parte dei magistrati, ma il peggio è ben altro. La legge è temuta dai giornalisti, da coloro che credono fermamente nella divulgazione d’informazioni, poichè la stessa legge va ad intaccare il dovere di cronaca e il diritto di conoscenza. Rischiano i blog, visto il comma 29, detto anche “comma ammazza blog” per il potere di rettifica di cui si avvale non il magistrato, bensì chi si sente diffamato dall’articolo o post. La multa in caso di mancata rettifica può giungere fino ai 12 mila euro. Attaccata è anche Wikipedia, la famosissima e più utilizzata encilclopedia libera del web, chiusa da un paio di giorni per protesta. Molti studenti si rivolgono ad essa per ottenere ulteriori informazioni,aggiornamenti  e chiarimenti di ogni tipo riguardo i temi più disparati. Anche le immagini non hanno ottenuto alcuno sconto di pena, anzi, esse saranno poste sotto rigido controllo e non potranno essere pubblicate correlandole ai nomi dei magistrati. Il disegno di legge recita : «Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.» La camera ha già dato l’ok, e le proteste non si fermano. Il sit in si è svolto ieri davanti a Montecitorio, dove si sono dati appuntamento Il popolo Viola, giornalisti e le cosiddette “donne coraggio” , ovvero Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferrulli, Patrizia Moretto, donne unite dalla tragedia dell’aver perso un figlio, un fratello, un padre in seguito all’ “ingiustizia da sè”, scrivono ad otto mani, sul blog di Aldrovandi : “Questa giustizia è solo per i ricchi.Questa giustizia protegge soltanto i diritti dei più forti, di coloro che hanno un potere o che hanno capacità economiche.Questa giustizia calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi.Questa giustizia non ha nessun rispetto e considerazione per le vittime dei  reati.Nessuno si interessa veramente ai problemi della giustizia e la gente capisce solo quando vi rimane stritolata.Legge bavaglio, processo lungo, processo breve, intercettazioni. Tutti falsi problemi, figli di una tanto imbarazzante quanto grande ipocrisia, dietro la quale di nasconde, e nemmeno bene, la volontà di coloro che abusano del loro potere a danno dei cittadini di farlo in silenzio, di nascosto ed impunemente. Vergogna!I processi e le cause sono ormai insostenibili per qualsiasi famiglia normale. Si muore in tribunale, si muore per la giustizia, si muore in carcere e in qualunque strada, si muore di carcere. E i problemi per i nostri politici sono le intercettazioni  dei festini e delle escort. Siamo indignate, addolorate, offese e abbiamo bisogno di tornare a credere in uno Stato, che sembra ignorare noi e le esigenze di tutti i cittadini  normali che hanno bisogno della giustizia.” Di questi tempi ci si chiede se la libertà di stampa sia realmente una garanzia di un governo democratico, come nero su bianco sulla nostra Costituzione che recita nell’articolo 21 : “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”  Ma “tutti” chi?

Fausta Canzoneri

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