Il referendum greco spinge il sistema Euro verso il baratro

L’annuncio del premier greco George Papandreou, di indire un referendum sulla scelta o meno degli aiuti dell’UE e di conseguenza del piano di austerity che andrà a colpire la “carne viva” dei cittadini greci, ha gettato pesanti ombre sul futuro dell’intera Ue stessa. Infatti un eventuale consulto elettorale, boccerebbe molto probabilmente il piano salva Grecia messo a punto dal neo governo socialista. Questo perché la cittadinanza greca è allo stremo delle proprie forze, e altri sacrifici sarebbero insopportabili da sostenere. Inoltre sui sacrifici da fare, viene tirato in ballo il solito capro espiatorio: il cittadino di estrazione medio bassa, solitamente impiegato statale o piccolo artigiano, il quale già tra le spire del default, si ritroverebbe ogni mese a lottare non per potere vivere, ma per poter sopravvivere.

Situazione molto complicata, che con un effetto domino senza precedenti, potrebbe affossare addirittura l’Unione stessa. È lampante come l’epicentro della tempesta finanziaria si sposti rapidamente da un paese in difficoltà all’altro. Ne sa qualcosa in questi giorni il nostro paese, in condizioni migliori rispetto alla Grecia, ma non troppo, come ha già avvisato la Bce. La situazione di Papandreou è da ultima spiaggia: messo alle spalle al muro dai continui scioperi, e dalle continue violenze, il premier ha deciso: «Sarà la volontà del popolo greco a decidere. Se non vorrà che venga messo in atto, l’accordo non verrà attuato».

A pochi giorni dal vertice del G20 di Cannes, dalla Grecia arrivano delle vere e proprie bombe, piazzate alle fondamenta del sistema Euro. Infatti un sondaggio di qualche giorno fa, ha messo in luce come il 58% dei greci si opponga agli accordi con i creditori del paese. Questo porterebbe ad un’uscita del paese dall’Eurozona, e inoltre cosa molto più grave, farebbe diventare i titoli di debito greco carta straccia, senza nessun valore, e senza potere recuperare nemmeno il 60-70% del valore come stimato a causa di un eventuale default controllato. Questo causerebbe un crollo a catena del sistema bancario europeo, il quale è molto esposto, perché detentore di grosse somme di debito di Atene.

La situazione dell’Euro pone dei punti di riflessione sulla tenuta del sistema. La Bce per quanto possa sostenere i paesi in difficoltà (Spagna, Italia, Portogallo) comprando titoli di stato in questa fase convulsa, non riuscirà a elargire liquidità in eterno. Inoltre la situazione si aggrava di giorno in giorno sempre di più, senza che nessuno riesca ad imporre un New Deal al corso degli eventi. Staremo a vedere cosa uscirà fuori dal vertice di Cannes, con la tremenda sensazione che ormai sia troppo tardi.

Salvatore Borruto

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