Caos Egitto

Dopo le recenti proteste della scorsa primavera (araba), l’Egitto è ripiombato nel caos. Scontri di piazza e dimissioni del recente governo hanno riportato il paese in uno stato confusionale, in mano alla giunta militare che garantì il passaggio di consegne dal vecchio leader Mubarack alla attuale fase politica. Il primo ministro Essam Sharaf e il suo governo, hanno presentato nella giornata di domenica le dimissioni, rimettendo il proprio mandato a disposizione del Consiglio Supremo delle Forze Armate che però non ha ancora preso una decisione chiara. Infatti i generali stanno valutando se accettare o meno le dimissioni, invitando le forze politiche a un “dialogo urgente” per esaminare la crisi.

Una cosa sola appare certa: le elezioni parlamentari che si terranno secondo il calendario previsto, a partire dal 28 novembre, indipendentemente dalle sorti del governo Sharaf, come precisato dal vice premier Ali el Selmi.

La situazione dal punto di vista delle proteste nelle ultime ore è apparsa calma, con una sorta di tregua che ha visto cessare le ostilità dei giorni scorsi. Infatti a piazza Tahirir il clima era quello dello scorso 25 Gennaio, giorno in cui iniziarono le proteste contro il decennale regime di Mubarack. Centinaia di migliaia di persone, se non un milione, sono assiepate in modo inverosimile, dopo che ieri si era temuto il peggio per l’approssimarsi dei carri armati destinati solo a proteggere il ministero dell’Interno, meta di numerose spedizioni dei manifestanti andate a vuoto negli ultimi giorni. Si erano subito alzate barricate metalliche nelle strade interessate ed erano stati incendiati copertoni, in falò spenti poco dopo.

La causa del grande raduno di venerdì era stata la proposta che prevedeva di dare una speciale immunità ai militari e di sottrarre i loro bilanci ai controlli del Parlamento. Proposta che non ha fatto altro che accendere la miccia della protesta, ed ahimè della violenza, che ha portato agli scontri sanguinosi a base di lanci di pietre da una parte, con risposte di lacrimogeni e proiettili di gomma, ma anche proiettili veri, da parte della polizia.

Salvatore Borruto

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