Intervista a coach Gaetano Gebbia

Gaetano Gebbia per la Viola è stato un personaggio che, definire importante, è un autentico eufemismo. Da quando è arrivato nella società neroarancio, l’ex allenatore della nazionale Under 18 ha ricoperto infiniti ruoli fino alla separazione datata anno 200. ma, per vent’anni, Gebbia ha fatto di tutto: assistente, responsabile del settore giovanile, general manager, allenatore della prima squadra, talent-scout; tutte figure ricoperte con grande professionalità e tramite le quali ha raggiunto dei risultati eccezionali. Gebbia ha portato i grandi argentini in riva allo stretto; Gebbia è stato l’unico tecnico a conquistare un titolo italiano giovanile; Gebbia ha conquistato, con la prima squadra della Viola, il miglior piazzamento della storia nella stagione 1999-2000. Sicuramente dimentichiamo qualcosa quello che non si può dimenticare sono tutti i successi e le grandi imprese scritte da quest’uomo che ha sposato la causa neroarancio e che è diventato un reggino DOC dato che ha deciso di stabilirsi in riva allo stretto. Gebbia segue da vicino la rinascita della Viola ed è soddisfatto di come l’attuale dirigenza si sta muovendo: “Bisogna dare dei meriti al gruppo Muscolino ed al suo staff – dice lo scopritore di Ginobili, Montecchia e compagnia – ricominciare in questo particolare momento di crisi non è facile, ma la politica che si sta portando avanti, quella dei piccoli passi, è una scelta adeguata che, col tempo, potrebbe fare in modo che i colori neroarancio ritornino in alto. Sono contento anche per il nuovo coinvolgimento del pubblico reggino che sta rispondendo presente e questo è un aspetto fondamentale perché, senza il supporto della gente, è difficile costruire qualcosa.”. Una pallacanestro che vive un momento di crisi e che non investe più nei vivai:”Purtroppo, quando mancano le forze finanziarie, i primi tagli si fanno nel settore giovanile. E’ una regola non scritta ma che purtroppo si nota in tantissime piazze.”. E cosa bisogna fare per trovare un rimedio?:” Non è facile risolvere questi problemi ma, in mancanza di soldi, servono idee e servono dirigenti competenti.”. Ed avere una forte classe dirigenziale può fare la differenza: “Attualmente mancano grandi figure nel basket italiano, a differenza di quello che accadeva in passato. Per esempio, facendo riferimento alla storia della Viola, la società neroarancio è arrivata in alta grazie al lavoro di grandi uomini che hanno portato una piazza come Reggio Calabria nell’elite del basket nazionale. Questi personaggi non ci sono più ed il risultato è tangibile basta pensare gli insuccessi della nostra nazionale ed i continui problemi della società italiane dato che, ogni Estate, si fa la conta delle piazze che falliscono o che ridimensionano programmi e progetti.”.

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About the Author: Giuseppe Dattola