Terzo polo: tra sostegno al governo Monti e future ambizioni di guidare il Paese

Nonostante i forti dubbi degli italiani sul suo ancor breve ma intenso operato, Mario Monti incassa il sostegno del Pdl e soprattutto del Terzo Polo. In particolare nel corso della convention del Terzo polo svoltasi ieri a Roma, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini parlano quasi da vincitori di questa fase, come se fossero loro i veri fautori della fine dell’era Berlusconi e dell’avvento al governo di Monti, al quale non fanno mancare il loro sostegno nell’interesse del Paese. Entrambi ammettono di aver bisogno di tempo per favorire la scomposizione e la ricomposizione dei poli, per poter successivamente arrivare a una nuova legge elettorale e, citando Casini, ”a una casa nuova più grande dell’attuale terzo Polo, che si candida a guidare l’Italia”. Una forza che a breve avrà un nome nuovo, ”in cui ci sia spazio non solo per le nostre sigle – continua Casini – ma anche per la società civile, per l’associazionismo cattolico, per le forze sociali senza le quali l’Italia non si può cambiare”. Un Terzo polo, dunque, che stando alle parole di Casini, ha l’ambizione di guidare il nostro Paese. ”Davanti alle difficoltà drammatiche, alla prima occasione le vecchie alleanze si sono liquefatte, il bipolarismo primitivo si è liquidato da solo – ha continuato il leader centrista -. Ora non abbiamo bisogno di trasformismi, ma di persone che credono a un progetto per il Paese. La priorità è sostenere il governo. La politica delle alleanze si vedrà poi”.

Il presidente della camera Fini ha voluto sottolineare che ”un fallimento della politica sarebbe stato il perdurare dell’egoismo delle parti, con il prevalere della logica del ritorno immediato alle urne e l’affacciarsi dello spettro greco. Non è stato il fallimento della politica a far nascere questo esecutivo, ma l’assunzione di responsabilità della politica”. Fini ha inoltre evidenziato come la politica italiana ‘’si sia rimessa a correre. Altro che commissariamento della politica’’.

Anche Rutelli candida il Terzo Polo non solo al futuro governo del Paese ma persino a quello della Capitale. ”Dopo il governo monti, il quadro politico cambierà, è inevitabile. E il Terzo polo avrà la grande possibilità, se ne sarà capace, di contribuire al cambiamento. In futuro le coalizioni non dovranno più essere messe in piedi per battere qualcuno e non dovranno essere sommatorie aritmetiche, ma dovranno essere basate sulle scelte concrete di chi condivide valori e programmi di riferimento”.

Per il Terzo Polo, dunque, il governo Monti rappresenta l’unica possibile alternativa al fallimento dell’Italia. Lo si è capito bene dalle parole dei suoi leader. E precisamente da quelle di Casini, secondo il quale “nessuno avrà il coraggio di mandare a casa Monti, perché mandare a casa il governo significa tagliare il ramo su cui si è seduti, mandare a fondo se stessi e il Paese”. E da quelle di Fini, secondo il quale ”chi si prende la responsabilità di portare il Paese alle elezioni facendogli pagare un prezzo altissimo, finisce immediatamente sul banco degli imputati per irresponsabilità congenita”.

Filippo Turiano

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