Strage in Iraq, oltre 60 morti

Ancora sangue nelle strade irachene. Questa volta un’altra serie di attentati, che si susseguono a quelli delle settimane scorse, sono avvenuti nelle città di Baghdad e Nassiriya. Il primo attentato ha visto come strategia una serie di bombe in due quartieri sciiti di Bagdad provocando almeno 23 morti; il secondo invece ha avuto come obiettivo dei pellegrini nella città di Nassiriya, con almeno 48 vittime.

Numerose le esplosioni, specialmente nei quartieri a maggioranza sciita di Baghdad. A Kadhimiyah, quartiere a nord-ovest della capitale, due autobomba sono esplose ad un incrocio, causando diverse vittime. Le deflagrazioni hanno danneggiato veicoli e negozi, oltre ad un hotel di recente costruzione. Poco più tardi a Sadr City, quartiere a nord-est della capitale, una bomba sistemata su una moto è deflagrata vicino a un gruppo di lavoratori neoassunti, uccidendone sette e ferendone una ventina. Pochi minuti dopo e due bombe piazzate a bordo strada sono esplose nei pressi del più grande ospedale del quartiere, provocando la morte di due persone e ferendone una quindicina.

Molto più grave la dinamica dell’attentato a Nassiriya. I terroristi hanno preso di mira dei pellegrini sciiti nei pressi di un posto di blocco. I fedeli si stavano recando nella città santa di Kerbala per le celebrazioni della Arbaeen che cade 40 giorno di dopo l’Ashura: le vittime sono 45, oltre 60 i feriti.

Gli attentati di ieri dimostrano più che mai, se ancora ce ne fosse il bisogno, in quale stato si trovi il paese mediorientale. Un paese bloccato politicamente sulle due posizioni di forza all’interno del parlamento. Da un lato la coalizione sciita “Stato di diritto”, del premier Nouri al Maliki; dall’altra il blocco “Iraqiya” a maggioranza sunnita, del rivale Iyad Allawi.

Salvatore Borruto

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