“Operazione Vespri Siciliani”: Esplode la “Rivolta dei Forconi”

In Sicilia da giorni dilaga la protesta, che durerà fino al 20 gennaio: gli organizzatori hanno chiamato questi cinque giorni di blocco «operazione Vespri siciliani» e il riferimento non è ai militari mandati in Sicilia dopo le stragi di mafia del 1992 ma alla storia, al 1282, alla rivolta popolare della Sicilia contro l’invasore francese. Oggi come ieri dunque, ma gli obiettivi seppur rivolti a contrastare la classe politica dirigente sempre indaffarata e poco attenta all’isola sono diversi: gli autotrasportatori dell’Aias e i produttori agricoli del Movimento dei Forconi presidieranno le arterie e gli snodi cruciali per i trasporti, come il porto di Palermo. L’aumento del costo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata sono le ragioni della protesta, alla base anche della nascita del Movimento ‘Forza d’ urto ‘. Bloccati anche gli svincoli di Avola e Lentini dell’autostrada Siracusa – Catania. Un altro blocco è stato organizzato sulla statale “115”, all’altezza dello svincolo per Rosolini. “Noi stiamo soffrendo di più rispetto al resto d’Italia – spiega il presidente dell’Aias Giuseppe Richichi – perché siamo periferici. Abbiamo più volte chiesto l’intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall’Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro è uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedrà l’adesione di tutti i siciliani. Ma è necessario perché ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia”. “Siamo stanchi – aggiunge il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro – perché questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti”. Il Movimento dei Forconi è un’Associazione di agricoltori, pastori, allevatori stanchi del disinteresse da parte delle istituzioni; movimento che ha avuto grande riscontro di interesse soprattutto su internet, sui vari social network e sulla pagina ufficiale di facebook . Dai manifesti si leggono frasi bellicose: “La rivoluzione parte dalla Sicilia. Non una guerra tra poveri, ma una guerra insieme contro questa classe dirigente che ancora una volta vuole farci pagare il conto. Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Siamo siciliani veri ed invendibili. Ora il gioco comincia a farsi duro”. L’obiettivo è quello di farsi sentire il più possibile per fare entrare i problemi dell’isola nell’agenda politica. Mariano Ferro, agricoltore e leader dei «Forconi»,spiega: «Il nostro appello è rivolto a tutti i siciliani che vogliono combattere la politica corrotta e incapace, i sindacati imbelli, le associazioni finte, il caro carburante, le cartelle esattoriali con tassi da usura, l’arroganza delle banche, la burocrazia cieca e ottusa». Nell’ottobre del 2000 una protesta simile era cominciata quasi silenziosamente, e mise in ginocchio l’isola per settimane. I siciliani se la ricordano ancora quella protesta, gli scaffali dei supermercati vuoti e i benzinai senza più scorte. Stavolta non dovrebbe andare così – anche se la benzina ormai scarseggia – perché c’è un termine fissato, quello della mezzanotte di venerdì, per la fine della protesta. Almeno per gli autotrasportatori. Perché i pescatori, che ieri hanno cominciato a presidiare i principali porti dell’isola, da Catania a Palermo a Porto Palo, con ritardi nelle partenze e negli arrivi delle navi, dicono di voler andare avanti ad oltranza. Il timore è quello che la rivolta possa sfociare in un episodio di portata incontrollabile, ma per adesso si svolge tutto nella massima civiltà tranne qualche episodio isolato di qualcuno che ha perso il controllo ma che non dovrebbe coinvolgere gli interessati. Ad oggi in rosso è il carburante, quasi esaurito.

Annamaria Milici

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