Il fronte dei “No” alle liberalizzazioni

Dai farmacisti agli avvocati, dai tassisti ai ferrovieri fino ai benzinai, tutti pronti ad incrociare le braccia e a proclamare sciopero. Il fronte del no alle liberalizzazioni del governo Monti è eterogeneo, fatto di categorie che ben poco hanno in comune se non la difesa dello status quo rispetto alle novità introdotte dal corposo decreto. Dalla prossima settimana partiranno quindi una raffica di scioperi indetti per protestare contro le nuove norme, a partire da quello dei tassisti che hanno deciso di astenersi dal lavoro da lunedì. Taxi, tir, ferrovie e sindacati di base, farmacie, avvocati, benzinai,  uniti per dire “No”. Il quadro storico del nostro paese in questi giorni è in continua evoluzione. Piccole grandi rivoluzioni sociali, guidate e non, fanno rumore, nella speranza che qualcosa possa cambiare, non solo a livello politico. Voglia di rivalsa, si sciopera perché qualche categoria crede di aver subito torti con l’entrata in scena del decreto riguardante le liberalizzazioni. Gli scioperi approssimativamente inizieranno da domani, 23 Gennaio: una giornata ufficiale di sciopero per i taxi. Dal 23 al 27 Gennaio sarà il turno degli autotrasportatori;  il 27 Gennaio toccherà alle ferrovie ed ai sindacati di base; l’1 febbraio è il giorno delle farmacie,  (Federfarma ha annunciato una possibile chiusura dei punti vendita);  i legali hanno proclamato sette giorni di sciopero, i primi due il 23 e il 24 Febbraio, gli altri a marzo a cavallo del loro congresso straordinario, convocato per il 9 e il 10 Marzo. Pronti anche sit-in davanti al Parlamento e a Palazzo Chigi; benzinai: dieci giorni di sciopero ancora da definire in attesa di vedere il testo definitivo del decreto. Agitazione contro una riforma che si vuole vedere modificata.

Annamaria Milici

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