Prosegue la spirale di violenza in Siria

Non accenna a fermarsi la repressione interna del regime degli Assad. Alle porte di Damasco è scoppiata in tutta la sua forza la guerriglia urbana: l’esercito, ormai in campo da diversi mesi, ha ripreso il controllo di diversi quartieri in mano ai ribelli, ma diverse zone della città risultano sotto il controllo delle forze anti-regime. Inoltre la situazione pare precipitare: voci incontrollate parlano di una mancata fuga della moglie di Assad e del dittatore stesso verso l’estero, segno che la situazione peggiori di minuto in minuto.

Stando ai numeri nudi e crudi, nel solo weekend i combattimenti in Siria avrebbero fatto almeno 160 morti, che si aggiungono ai quasi 5.000 morti dall’inizio delle proteste. L’attenzione adesso, si sposta sul Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove oggi si discuterà una risoluzione di sostegno al piano della Lega Araba che chiede ad Assad di cedere il potere al suo vice come primo passo verso la soluzione della crisi. La strada appare in salita, visto che paesi come la Russia non vogliono perdere l’ultimo dei propri alleati nella regione.

Per adesso si spera che si possa trovare una posizione unitaria, cosa  che appare difficilissima di ora in ora, visto l’ostruzionismo della Russia, la quale guarda solamente ai propri interessi di recinto. D’altronde cosa ci si può aspettare sul fronte diritti umani da un Paese ormai sulla falsa riga di una dittatura.

Salvatore Borruto

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