Austerity greca, esplode la rabbia

Atene ridotta in ginocchio. È questa la triste cartolina che arriva dal paese ellenico, all’indomani dell’approvazione del piano di austerity voluto dal governo tecnico greco, e imposto dall’alto dall’Unione Europea, in cambio della permanenza nella moneta unica.

Migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto il parlamento greco, distruggendo ogni cosa trovata sul proprio cammino. Molotov, bombe carta, pali divelti usati come armi contro le forze dell’ordine, picconi per staccare pavimentazioni da usare come armi: i manifestanti hanno sfogato la loro rabbia contro la politica ellenica in maniera feroce, buia, cupa e colma di violenza.

Sin dal primo pomeriggio di domenica milioni di manifestanti sono confluiti a piazza Syntagma, davanti la sede del Parlamento con striscioni di protesta contro i tagli imposti dall’Ue. Fino a quel momento la situazione appariva elettrica ma priva di violenza. Fino a quando una colonna di Black block organizzati ha fatto irruzione sulla piazza, tra gli applausi dei manifestanti, distruggendo tutto e tutti. La polizia, schierata a difesa del Parlamento con maschere antigas e in assetto antisommossa, ha reagito con cariche e lanci di lacrimogeni. L’aria si è riempita di fumo e molti manifestanti sono scappati nelle vie circostanti, lasciando la piazza in balia dei gruppi di anarchici e degli scontri.

Secondo i primi bilanci la sede di una banca, due cinema e una serie di negozi tra cui uno Starbucks, oltre alla biblioteca dell’Università, sono stati incendiati. In alcuni casi le fiamme si sono estese ai primi piani dei palazzi che ospitavano gli obiettivi dei dimostranti. Non si conosce ancora il numero esatto dei feriti coinvolti nelle violenze di piazza. Stime ufficiose parlano di circa 60 feriti tra manifestanti e forze dell’ordine. Alla base di tali proteste da parte della gente ci sono i tagli tristemente famosi: una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation, una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni. Drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali, oltre alla vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas e acqua. In cambio della seconda tranche di prestiti da parte dell’Ue pari a circa 130 miliardi di Euro. Secondo il premier Papademos: «Violenza e vandalismo non trovano posto nelle democrazie. È l’ora delle decisioni. Abbiamo davanti un piano che ci aiuterà a uscire dalla crisi economica. Una decisione sbagliata porterebbe un catastrofico default, l’isolamento e l’uscita dall’euro. La ragione principale di questa crisi è che lo stato greco, per molti anni, ha speso più di quel che incassava».

Salvatore Borruto

banner

Recommended For You

About the Author: Salvatore Borruto