Il downgrade di Moody’s: quale rischio corrono le aziende e gli enti locali italiani dopo la bocciatura dell’azienda di rating statunitense?

La situazione economica italiana ad oggi risulta essere ancora una delle più complicate, e nonostante gli sforzi e i risultati portati a casa dal governo Monti e i meriti riconosciuti dall’Europa in riferimento alla capacità di gestire una crisi epocale come quella odierna, la nostra nazione sembra essere ancora in bilico. Per ritrovare la strada che porta ad una crescita economica generale, è necessaria un’azione congiunta dell’intera Unione Europea, cercando di soddisfare una duplice esigenza: ripagare i cittadini dei sacrifici affrontati e quelli che ancora dovranno essere affrontati, e allo stesso tempo assicurare una sorta di sostenibilità al gravoso impegno che dovrà essere mantenuto. I giudizi delle agenzie di rating non fanno altro che descrivere  la realtà, portando alla luce quelle che sono le difficoltà evidenti e palesi degli ultimi mesi; nel caso specifico degli enti locali, il rischio è quello dell’incapacità di finanziarsi, anche perché, bisogna tener presente che, nel nostro paese non esiste una netta separazione tra il bilancio del governo o centrale e quello delle Regioni o dei Comuni. Il problema non riguarda solo le amministrazioni di grado inferiore del paese, e in generale dei paesi investiti dalla crisi finanziaria, ma anche gli istituti bancari, che in un certo senso trovano al momento un grande sostegno grazie ai prestiti erogati dalla Banca Centrale Europea. Il progetto ideale che dovrebbe essere messo in atto per riavviare il sistema economico e trasformare questo circolo vizioso in virtuoso, sarebbe quello di trasformare il denaro in credito per le imprese, in modo da creare non solo nuovi posti di lavoro e possibilità di crescita economico-finanziaria, ma anche nuova ricchezza e benessere, primo e non ultimo passo per far respirare di nuovo la nostra Italia. Nel mirino di Moody’s sono finiti per esempio Eni, le Poste, il gruppo Unipol, e in generale banche, assicurazioni, alcune società controllate dal Tesoro e molte amministrazioni locali come la Regione Lombardia, la Toscana, la Provincia di Torino, quella di Milano e il Comune di Firenze.

Annamaria Milici

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