Ormai sotto assedio da tre settimane, la cittadina di Homs, luogo simbolo delle proteste anti-regime in Siria, ha subito l’ennesimo durissimo attacco. Le forze fedeli al dittatore Bashar al-Assad hanno attaccato via terra la città prendendo quasi definitivamente il controllo dell’intera area. I primi combattimenti e scontri sono avvenuti nei pressi dello stadio cittadino di al Bassel, dove la fanteria ha concentrato i propri attacchi. Fonti della sicurezza interne al regime riportano così le notizie frammentarie dell’attacco: «L’area è sotto controllo, adesso l’esercito sta andando edificio per edificio, casa per casa, alla ricerca di armi e terroristi». Per adesso proseguono i rastrellamenti di ribelli, casa per casa, vicolo per vicolo. Oltretutto è arrivata la conferma di tali pratiche e prassi anche dagli attivisti i quali hanno dato qualche dettaglio in più su quello che sta accadendo. Ad esempio il quartiere di Baba Amr è stato martellato dal fuoco dell’artiglieria del regime per tutta la notte. Insieme alla popolazione locale, nel quartiere sono intrappolati diversi giornalisti occidentali. Tra loro figurano la giornalista di Le Figaro, Edith Bouvier, e del fotografo William Daniel, feriti ma non evacuati da Homs. Per adesso si sa per certo che la reporter francese si trovi ancora ad Homs, anche se precedentemente il presidente Sarkozy aveva dichiarato che si trovasse al sicuro in Libano. Anche il fotografo inglese William Daniel pare si trovi ad Homs, e proprio per questo il governo francese ha chiesto formalmente al regime siriano di: «garantire una rapida e sicura evacuazione dei due reporter attraverso un cessate il fuoco immediato a Baba Amr». E’ invece al sicuro il fotografo britannico Paul Conroy, ferito a Homs nel bombardamento in cui sono rimasti uccisi la giornalista del Sunday Times Marie Colvin e il fotoreporter francese Remi Ochlik. Secondo fonti del governo di Sua Maestà Conroy ha potuto raggiungere l’ambasciata di Londra a Beirut.
Salvatore Borruto
