Dopo i primi risultati delle amministrative la politica si guarda “dentro” e si interroga

Le persone intelligenti nel mondo politico si interrogano oggi non su chi abbia vinto o perso, in base alle quantità numeriche, le elezioni amministrative ma si soffermano sull’alta percentuale di astensionismo che ha caratterizzato questa tornata elettorale. Gli italiani ormai disillusi e schifati dalla politica non si sono presentati alle urne. Tutti i partiti politici hanno perso elettori, inutile dire che il PDL percentualmente ha perso in maniera più pesante e la Lega ha subito un vero e proprio svuotamento di presenze, la dove i suoi elettori erano tali, solo per manifestare uno stato di insofferenza sociale e non perché credevano nei valori del Carroccio. Quest’ultimi nei giorni scorsi hanno deciso di appoggiare il Movimento 5 Stelle.

Se il PDL piange il PD non ride secondo le stime ha perso un elettore su 3 non si capisce perché Bersani parli di “Rafforzamento” e cosa dire del Terzo Polo? Forse il crack più pesante di tutti, i due partiti più importanti del paese perdono consensi e coloro i quali si erano auto-candidati alla futura guida del paese non raccolgono voti in più anzi perdono anch’essi.

Ma l’IDV? Tranne Palermo dove Orlando ha dominato la scena il partito di Di Pietro ha perso una percentuale di consensi enorme. Unico vincitore indiscusso delle elezioni è stato il partito degli astenuti di coloro che non hanno voluto saperne di dare la loro fiducia ad una politica malata. Questo dato è sconcertante anche se largamente giustificato dal momento economico-politico che sta vivendo l’Italia. Non recarsi alle urne è si un momento di protesta ma è anche un atto di autolesionismo sopratutto quando si tratta di amministrazioni locali. Se non si esercita il diritto di voto non si potrà nemmeno esercitare un diritto di contestazione, quando sta accadendo dovrebbe insegnare non ad astenersi dalle urne bensì a ponderare la preferenza che si assegna, per troppi anni in Italia il voto è stato scambio di favori, clientela, amicizia, appartenenza ai colori, pregiudizio e quant’altro.

Il voto dovrebbe diventare oggi coscienza del cittadino che prima di esercitare il suo sacrosanto diritto costituzionale si informa sui programmi elettorali, segue qualche comizio politico prende atto di quali sono i programmi elettorali ed infine sceglie. Votare è un atto serio e di responsabilità!

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.