Energia Nucleare

centrale atomica16\05\2012 – Questa settimana ci occuperemo dell’energia nucleare. Le prime esperienze di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzazione dell’uranio risalgono ai primi anni Cinquanta. Il contributo scientifico apportato dalle scoperte di Enrico Fermi, fisico italiano che nel 1938 venne insignito del premio Nobel per la Fisica, in conseguenza dei suoi studi sulla fissione del nucleo di Uranio, tutto questo in applicazione concreta delle teorizzazioni di Albert Einstein; portò alla realizzazione delle prime centrali nucleari. Purtroppo per la Storia, il processo tecnologico passò attraverso la realizzazione delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki: Fermi, infatti, si era trasferito negli Stati Uniti d’America, e partecipò al “Progetto Manhattan”. Nel 1954 il presidente degli Usa, Eisenhower, inaugurò il progetto “Atom for Peace” allo scopo di favorire l’applicazione civile dell’energia nucleare. In soli 12 mesi venne realizzata la prima centrale nucleare della storia, il reattore civile Borax III in grado di fornire energia elettrica a una piccola città dello Stato dell’Idaho (Usa). La produzione di energia nucleare crebbe molto, nel Mondo, negli anni Sessanta e Settanta, ed in quegli anni si guardava a questo sistema di produzione di energia come la soluzione a tutti i problemi di esauribilità delle fonti fossili, principalmente Carbone e Petrolio: l’incidente accaduto a Three Miles Island, Penn. nel 1979, ma ancor più nel 1986 l’esplosione della centrale di Chernobyl, all’epoca Unione Sovietica, oggi Ucraina, portarono ad un ripensamento sulla costruzione di nuove centrali. Nel Novembre del 1987 si tenne in Italia il referendum sul nucleare, in cui il corpo elettorale italiano si espresse contro questa forma di produzione di energia. In conseguenza di ciò, il Governo procedette alla sospensione dei lavori della centrale di Trino 2 (Vercelli), alla chiusura della centrale di Latina, alla verifica della sicurezza delle centrali di Caorso (Piacenza) e di Trino 1 (Vercelli) e della fattibilità di riconversione della centrale di Montalto di Castro (Viterbo). Oggi gli effetti di quel referendum sono giuridicamente scaduti, per cui a stretto rigore il Governo potrebbe procedere alla costruzione di nuove centrali nucleari sul territorio italiano. Però… L’energia nucleare è la più conveniente di tutte le forme di energia prodotte da fonti fossili perché il costo di produzione di un kwh elettrico è il più basso; inoltre le centrali nucleari non emettono Anidride carbonica, il famigerato gas serra. Ma i problemi esistono: tempi lunghi per la costruzione di una centrale, costo elevato dell’impianto, sia per la costruzione, sia per la manutenzione, ed ammortamento lunghissimo; rischio ambientale in termini di emissioni di radioattività ed in termini di smaltimento delle scorie radioattive, rischio che in Italia diventa ancora più elevato se accoppiato ai severi fattori ambientali negativi del nostro Paese, ed intendiamo riferirci al rischio sismico ed a quello idrogeologico; la considerazione, infine, che i giacimenti di Uranio sono localizzati solamente in alcuni Paesi del Mondo, e ciò determina una dipendenza ancora più stringente di quella che l’Italia sconta attualmente rispetto al Petrolio. I giacimenti di Uranio, infatti, sono localizzati in pochi Stati sul nostro pianeta:  il primato spetta al Kazakhistan, seguito da Canada, Australia, Niger, Namibia, Russia, Uzbekistan e Stati Uniti. Solo questi otto Paesi rappresentano il 92,5 % del quantitativo estratto nel 2011 (fonte:  HYPERLINK “http://www.world-nuclear.org/info/inf23.html” http://www.world-nuclear.org/info/inf23.html) . Attualmente nel Mondo sono in attività poco meno di 450 reattori, ed il maggior numero di essi si trova in quattro Paesi: Stati Uniti, Francia, Giappone Russia. La Francia ha brevettato da diversi anni il sistema di reattori autofertilizzanti SuperPhoenix, che risolvono il problema dello smaltimento delle scorie radioattive; il Giappone, invece, ha sviluppato tecnologie con l’utilizzazione del Plutonio.

Prof. Giuseppe Cantarella

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