Marò depositati i capi di accusa

Nella giornata di ieri è stata formalizzata l’accusa di omicidio nei confronti dei due Marò italiani. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, agli arresti in India dal 20 febbraio scorso per la morte di due pescatori locali, hanno visto depositare presso il magistrato di Kollam il dossier con i capi d’accusa: un faldone di 196 pagine, in cui formalmente vengono messi sotto accusa per omicidio ma anche di tentato omicidio, danni e associazione a delinquere. Nel faldone sono presenti la perizia sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie, e la citazione di oltre 60 testimoni, incluso l’equipaggio della nave. Secondo indiscrezioni nell’atto sarebbe stata fissata anche la precisa localizzazione degli eventi, all’interno delle 22 miglia nautiche tanto famose, che delineano le competenze per i processi a carico dei Marò: l’eventuale individuazione all’interno di questa fascia, attribuirebbe la competenza al tribunale indiano, al contrario i due dovrebbero essere processati di fronte a una Corte italiana. La formalizzazione è arrivata alla vigilia della scadenza dei 90 giorni dall’arresto, che la legge indiana fissa come termine massimo per la presentazione al magistrato dell’atto d’accusa. Molto dura la reazione italiana. Nella giornata di ieri infatti l’ambasciatore italiano a New Delhi è stato richiamato a Roma per consultazioni riguardo alla vicenda dei Marò. A renderlo noto la Farnesina che in una nota ha fatto sapere che: «Alla luce degli sviluppi della situazione in Kerala e dei capi di imputazione a carico dei due militari italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l’Ambasciatore a New Delhi Giacomo Sanfelice è stato richiamato a Roma per consultazioni con il Governo».

Salvatore Borruto

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