Italia “spuntata” contro la Croazia

Riflessione post-partita Italia-Croazia. L’Italia non ha attaccanti di alto livello o che possano fare le differenza in un contesto altamente competitivo come i campionati europei di calcio. A parte il sempre eterno Antonio Di Natale, le punte schierate fino a questo momento da Cesare Prandelli dimostrano di avere buoni piedi ma non la mettono dentro. Nel calcio, purtroppo, vince chi fa gol soprattutto in competizioni che si giocano in breve tempo come la kermesse che si sta disputando in Polonia ed Ucraina. In un campionato nazionale, puoi anche sopperire a queste mancanze se hai un sistema di gioco collaudato ed automatismi che puoi provare ogni giorno in allenamento ma un commissario tecnico ha pochissimo tempo a disposizione ed ha bisogno di certezze.

E’ vero che l’Italia ha vinto i mondiali del 2006 mandano in gol undici giocatori con i soli Toni e Materazzi che hanno segnato due reti ma quella versione della nazionale merita una considerazione a parte dato che Lippi era riuscito a plasmare un gruppo che aveva molti punti in comune con una squadra di club mentre Prandelli, in questi ultimi mesi, ha visto perdere tante certezze accumulate durante la fase di qualificazione sia per la perdita di alcuni giocatori chiave come Giuseppe Rossi sia per un involuzione di un gruppo che sembrava aver trovato una chimica ma che invece ha dei difetti strutturali; servirebbe il fuoriclasse finalizzatore e Cesare ha sognato che questo ruolo lo avrebbe ricoperto Mario Balotelli ma il talento del Manchetser City ha deluso ancora una volta le attese. Come detto, Di Natale si fa trovare sempre pronto ma l’Italia avrebbe bisogno di un Vieri prima versione oppure un Mario Gomez per restare attuali, un giocatore che sappia monetizzare il lavoro del centrocampo. L’italia ha una mediana di altissimo livello che sta confermando di poter fare la differenza ma, purtroppo, nel momento di concludere a rete c’è poca mira e poca consistenza ed il lavoro dei vari Pirlo, Marchio e Thiago Motta viene vanificato.

L’italia non ha un centroavanati che segna; d’altronde, basta guardare la classifica marcatori del nostro campionato e si vede che nella Top Ten c’è il povero di Natale e basta. Ibrahimovic, CAvani, Milito, Palacio, hanno fatto la voce grossa dividendosi le prime posizioni. E’ vero che c’è anche Giovinco ma il folletto piemontese è più un creatore di spazi che un finalizzatore anche se le sue quindici marcature di questa stagione con la maglia del Parma depongono a suo favore.

Adesso ci sarà la sfida con l’Eire del Trap e bisogna sperare in un mancato “biscotto” nel match fra Croazia e Spagna ma il futuro non lascia tranquilli i tifosi azzurri che hanno ancora negli occhi le imprese dei vari Paolo Rossi, Schillaci, Baggio e compagni ma che invece adesso si deve accontentare di punte spuntate oppure di giocatori stagionati che e concreti che però vengono messi in panchina mentre, da casa, chi sa cosa pensano i vari Pazzini, Borriello e Gilardino gente che ha il gol nel sangue ma comunque reduce da stagioni al di sotto degli standard. L’ex allenatore della Fiorentina ha scelto di lasciare fuori alcuni vecchi marpioni dell’area di rigore preferendo la gioventù di Borini. E se fosse proprio il centro attacco a metà fra Roma e Parma a risolvere i problemi dell’attacco di un’Italia che continua a stentare nelle grandi manifestazioni internazionali?

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About the Author: Giuseppe Dattola