Continua la diatriba tra Quirinale e Procura di Palermo

Come ogni caso di pubblico dominio che riguardi i nostri politici, ecco che ne è cominciato uno nuovo, o meglio, sta’ arrivando al culmine della diatriba e reciproci attacchi, la sfida fra il Quirinale e la procura di Palermo. Il tutto nasce dall’inchiesta dei pm siciliani sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, che sarebbe avvenuta tra il 1992 e il 1993. Un’indagine che vede coinvolto, tra gli altri, l’ex ministro dell’Interno in carica all’epoca, Nicola Mancino, che si sarebbe rivolto al Quirinale per sollecitare attenzione al suo caso. Il Capo dello Stato, di fronte all’intenzione della Procura palermitana di mantenere agli atti del procedimento anche le intercettazioni che interessano le utenze del Quirinale, ha sollevato oggi davanti la Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione perche’ le intercettazioni telefoniche che coinvolgono, anche indirettamente, il Capo dello Stato sono ”assolutamente vietate”, comportano ”lesione delle prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica” e comunque non possono rimanere in atti processuali. La decisione di sollevare il conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale contro la procura di Palermo che ha intercettato indirettamente il capo dello Stato a colloquio con l’ex ministro Nicola Mancino (indagato per falsa testimonianza), intercettazioni che Napolitano giudica «assolutamente vietate» nel rispetto della Costituzione, benché non esista legge in materia, è stata presa alla fine della scorsa settimana. Ma è diventata operativa soltanto dopo la lettura dell’ultimo articolo del pm palermitano Antonio Ingroia che replicava ai critici dell’operato suo e dei colleghi magistrati attaccando «gli abusi di potere, chi agita fantasmi su presunte violazioni di legge» senza conoscere i dettagli. Il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale “non determina alcun obbligo di sospensione” dell’attività d’indagine. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo sottolineando che i magistrati potrebbero però valutare “l’opportunità di porre una sospensione” in attesa che la vicenda si chiarisca. Diciamo che il tutto è contornato dalla situazione Nazionale ed internazionale molto precaria e preoccupante, dove abbiamo la nostra nazione che è in recessione, con un PIL al -2%, uno spread fra btp-bund che ogni giorno rasenta i 500 punti base, e ogni screzio fra le varie istituzioni non fa’ altro che danneggiare le gia’ pessime e preoccupanti situazioni statali. Quindi non sarebbe male se le polemiche delle varie parti in causa lasciassero il tempo che trovano e che la magistratura possa avere mano libera nelle indagini, tanto se si ha la certezza che nulla di torbido ed equivoco è stato fatto, non bisogna temere di nulla.

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About the Author: Carlo Viscardi