Economia Politica 5

In questi ultimi decenni, ed in particolare dopo la crisi petrolifera del 1973, conseguenza della guerra del Kippur, le questioni internazionali che riguardano il governo delle monete sono nettamente diverse da quelle esistenti nell’Ottocento, quando il Regno Unito dominava il mondo economico e commerciale, grazie soprattutto alle importanti colonie presenti ai quattro angoli della Terra. L’impero economico britannico si fondava sulla flotta più potente del Pianeta e sulla moneta più forte e più solida: la sterlina. Il sistema monetario di riferimento nel corso dell’Ottocento era il gold standard. Questo sistema prevedeva che il valore della moneta in circolazione fosse proporzionale alle riserve in oro possedute dalla Banca centrale. Era, evidentemente, un sistema di cambi fissi, e la solidità economica di una Nazione era in relazione al livello di importanza del commercio internazionale, oggi diremmo l’interscambio input – output. Il Regno Unito, dunque, dominava la scena monetaria mondiale perché possedeva le migliori colonie, fra cui spiccavano India ed Egitto. Con l’apertura del Canale di Suez, nella seconda metà dell’Ottocento, il dominio britannico sul Mediterraneo è totale, dal momento che la flotta inglese controlla Gibilterra (ancora oggi possedimento britannico), Malta ed il Canale egiziano. Il sistema del Gold Standard subì notevoli scossoni in occasione della Prima Guerra Mondiale ed, in seguito, la crisi di Wall Street del 1929 determinò le condizioni per il passaggio verso una nuova forma di governo internazionale della moneta. Nel Luglio del 1944, a Bretton Woods, una cittadina statunitense del New Hampshire, furono gettate le basi per un nuovo ordine monetario internazionale, che metteva – questa volta – il dollaro al centro del sistema. Le vicende della Prima, ma soprattutto della Seconda Guerra Mondiale, infatti, avevano determinato la fine della supremazia britannica a livello mondiale ed il “sorpasso” degli Stati Uniti e della propria moneta, il dollaro, appunto. A Bretton Woods venne realizzato un accordo che prevedeva la convertibilità del dollaro in oro, al prezzo fisso di 35 dollari l’oncia (un’oncia d’oro equivale a circa 22 grammi); venne sancita anche la costituzione del Fondo Monetario internazionale e della Banca Mondiale. Il sistema di Bretton Woods determinò una grande stabilità nei prezzi internazionali per circa trent’anni, grazie anche alle condizioni piuttosto tranquille del mercato del petrolio. Agli inizi degli anni Settanta, a causa di continue richieste di conversione di dollari in oro provenienti dai mercati internazionali, davanti al rischio di vedere assottigliarsi sempre più le proprie riserve, il governo statunitense fu costretto a sospendere unilateralmente gli accordi di Bretton Woods. I cambi delle valute internazionali tornarono ad essere fluttuanti.  La situazione si era fatta abbastanza difficile soprattutto in Europa, anche a causa del fatto che il nostro continente è un’area di importazione di petrolio e le vicende internazionali stavano già determinando una forte instabilità dei cambi. Venne deciso, perciò, nel 1979, di pervenire all’accordo del Sistema Monetario Europeo, che aveva come obiettivo quello di rendere stabile il valore dei cambi delle monete europee. Furono anche determinati dei margini di oscillazione: più ampi per le monete deboli (come la Lira o la Dracma greca), più stretti per le monete forti (Marco tedesco, Franco francese). In Europa il SME ha portato positivi effetti di stabilizzazione, che hanno consentito ai Paesi del nostro continente di crescere in un quadro di crescente globalizzazione. Gli accordi di Maastricht, siglati nel Novembre del1992 ed entrati in vigore nel Febbraio del 1993, prevedevano, perciò, l’istituzione di una moneta comune europea, che venne chiamata Euro. Il valore dell’Euro venne stabilito nella riunione dei ministri economici e finanziari del Maggio 1998, ed i cittadini europei hanno cominciato ad utilizzare esclusivamente la nuova moneta comune da Marzo 2002, dopo un periodo di due mesi di doppia circolazione.

Prof. Giuseppe Cantarella

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