Inaz per un nuovo umanesimo d’impresa «Dall’economia sociale di mercato un pensiero diverso per uscire dalla crisi»

Vera Negri Zamagni, Alberto Quadrio Curzio e Marco Vitale in convegno a Milano hanno delineato un modello alternativo per traghettare Europa e mondo fuori dallo stallo economico La ricetta per uscire dalla crisi? Non ce l’hanno in tasca gli economisti, tantomeno i Governi. Ma, fra tante ipotesi e teorie poi rivelatesi fallimentari alla prova dei fatti, c’è tutta una corrente di liberalismo sociale italiano, di matrice sia laica sia cattolica, che ha molti punti in contatto con l’Ordoliberalismus della Scuola di Friburgo. Da essa si possono attingere ingredienti interessanti per una riflessione sul nostro presente e sul nostro futuro: primo fra tutti il concetto di “Economia sociale di mercato e umanesimo d’impresa”, che è appunto il titolo del convegno organizzato su questi temi il 24 settembre a Milano da Inaz, coordinato dall’economista d’impresa Marco Vitale e che ha visto intervenire gli economisti Vera Negri Zamagni e Alberto Quadrio Curzio. «Siamo all’ottava edizione di un evento che Inaz organizza fin dal 2006 -spiea Linda Gilli, Cavaliere del Lavoro e A.D. e presidente di Inaz- per riflettere sui fattori che guidano lo sviluppo economico. Quest’anno ci siamo chiesti quale ruolo devono avere mercato, Stato e società civile nel tracciare un modello di sviluppo economico e di welfare sostenibile. Una delle risposte che ci siamo dati è che è necessario un nuovo umanesimo d’impresa, in cui l’azienda funzioni come una comunità di persone che insieme perseguono un fine condiviso». Il convegno è stato patrocinato dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro e realizzato in collaborazione con AIdAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari). Vera Negri Zamagni ha aperto i lavori tracciando una storia del concetto di economia sociale di mercato, analizzando i modelli di welfare elaborati in Germania, Svezia e Stati Uniti ed evidenziandone punti di forza e limiti di fronte alle sfide di oggi. «L’economia sociale di mercato è la migliore soluzione ai problemi che stanno emergendo –ha spiegato Zamagni–: è un’economia in cui il mercato svolge un ruolo produttivo e distributivo, allo stato viene lasciato il compito regolatore (e finanziatore attraverso la tassazione), ma il welfare viene rimesso nelle mani della società civile. La giustizia sociale, la legalità e la responsabilità esercitata dai cittadini sono la chiave di volta di un sistema economico di tipo sociale». Marco Vitale ha sottolineato con forza la necessità di tornare a dare un ruolo di primo piano alla storia economica nelle università e nelle scuole di management. «Davanti a questa crisi noi non siamo senza bussole –ha affermato Vitale–, ma abbiamo pensieri e conoscenze che sono attuali e resistono anche in tempi difficili, come le riflessioni che mettono la giustizia sociale al centro della propria concezione dello sviluppo. È un’eredità italiana ed europea che non va dissipata». Un identico richiamo al liberalismo sociale che ha caratterizzato una stagione feconda del pensiero italiano è venuto da Alberto Quadrio Curzio, che mette in guardia contro i pericoli del dualismo Stato-mercato. «Una buona democrazia si basa su una buona società, in cui forme associative e soggetti no profit guidano lo sviluppo di una coscienza civile. Ed è legata anche a una “democrazia economica” il cui centro è l’impresa, volta al bene comune. Non dico nulla di nuovo: è un pensiero che arriva dagli illuministi lombardi e si concretizza poi in quel liberalismo sociale che trovò in Einaudi, Sturzo e De Gasperi i suoi alfieri più importanti». Gli atti del convegno “Economia sociale di mercato e umanesimo d’impresa” saranno raccolti in un volume omonimo che farà parte della collana Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz.

I relatori

Marco Vitale – Economista d’impresa con la passione per l’alpinismo, ha svolto un’intensa intensa attività professionale e didattica presso le Università di Pavia, Bocconi, Libera Università Carlo Cattaneo (della quale è stato uno dei fondatori e vice-presidente) e presso le scuole di management Istao e Istud (Fondazione per la cultura d’impresa e di gestione). È presidente del comitato scientifico di AIdAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), ha rivestito numerosi incarichi pubblici ed è socio dell’UCID di Brescia. È un sostenitore dei processi di integrazione europea e membro del Movimento Federalista Europeo dal 1955. È autore di numerosi libri, tra i quali: La lunga marcia verso il capitalismo democratico (Il Sole-24 Ore); Liberare l’economia: le privatizzazioni come terapia alla crisi italiana (Marsilio); Le Encicliche sociali, il rapporto fra la Chiesa e l’economia (Il Sole-24 ore); Sviluppo e Spirito d’Impresa (Il Veltro); America. Punto e a capo (Scheiwiller); Il Mito Alfa (Egea, Bocconi); Lezioni di impresa, da tempi e luoghi diversi (Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz, 2008); I proverbi di Calatafimi (Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz, 2008); Gli Angeli nella città (ESD 2009); Passaggio al futuro. Oltre la crisi, attraverso la crisi (Egea 2010); Corruzione (ESD 2010); Responsabilità nell’impresa (Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz, 2010). Collabora con importanti quotidiani e riviste.

Vera Negri Zamagni – Laureata in Filosofia all’Università Cattolica di Milano, ha insegnato nelle università di Trieste, Bologna, Firenze e Cassino e alla John Hopkins University. È stata fondatrice e fino al 2001 co-editor della European Review of Economic History, la rivista di storia economica europea pubblicata da Cambridge University Press. Ha collaborato a Il Sole 24 Ore e ad altre riviste e giornali. Le sue pubblicazioni riguardano lo sviluppo economico italiano dall’unificazione a oggi. Fra di esse ricordiamo: Industrializzazione e squilibri regionali in Italia. Bilancio dell’età giolittiana (Il Mulino); La distribuzione commerciale in Italia fra le due guerre (Franco Angeli); Dalla periferia al centro. La seconda rinascita economica dell’Italia, 1861 1981 (Il Mulino, 1990); Il debito pubblico italiano 1861-1946: ricostruzione di una serie storica, in “Rivista di Storia Economica”, 1998, 3, pp.207-242; Dalla rivoluzione industriale all’integrazione europea (Il Mulino); (a cura di), Povertà e innovazioni istituzionali in Italia dal Medioevo ad oggi (Il Mulino); con P. Battilani e A. Casali, La cooperazione di consumo in Italia. Centocinquant’anni della Coop consumatori: dal primo spaccio a leader della moderna distribuzione (Il Mulino); Italcementi. Dalla leadership nazionale all’internazionalizzazione (Arti grafiche, ripubblicato con Il Mulino); Introduzione alla storia economica d’Italia (Il Mulino).

Alberto Quadrio Curzio – Laureato in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, si è perfezionato all’Università di Cambridge e ha insegnato nelle università di Cagliari e Bologna. È Professore Emerito di Economia politica all’Università Cattolica. Insegna Economia politica delle Istituzioni presso la Facoltà di Scienze Politiche, dove è stato ordinario di Economia politica dal 1976 al 2010. È Fondatore e Presidente del Consiglio scientifico del Cranec (Centro di ricerche in Analisi economica) presso la stessa Università. Il 24 settembre 2012, presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica di Milano ha presentato un volume di Studi in suo onore, Economia come Scienza Sociale. Teoria, istituzioni, storia edito da Il Mulino. Alberto Quadrio Curzio ha al suo attivo oltre 400 pubblicazioni scientifiche che trattano di teoria economica delle risorse scarse, distribuzione del reddito, istruzione, sviluppo economico e sue forme economico-istituzionali. Tra i principali volumi, saggi in volumi e articoli su rivista: Rendita e distribuzione in un modello economico plurisettoriale (Giuffrè); Investimenti in istruzione e sviluppo economico (Il Mulino); Accumulazione del capitale e rendita (Il Mulino); Il pianeta diviso. Geo-economia dello sviluppo (Vita e pensiero); Risorse, Tecnologie, Rendita (Il Mulino); Noi, l’economia e l’Europa (Il Mulino); Sussidiarietà e sviluppo. Paradigmi per l’Europa e per l’Italia (Vita e Pensiero); Economisti ed Economia. Per un’Italia europea: paradigmi tra il XVIII e il XX secolo (Il Mulino); I fondi sovrani. Farsi un’idea (Il Mulino).

Miriam Giudici

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