Economia D’Impresa 2

economia16\10\2012 – Vediamo, dunque, di approfondire la conoscenza con le diverse forme di impresa, quantomeno con quelle più comuni. Potremmo partire proprio dal commercio. Abbiamo scritto nel precedente appuntamento che il commercio è la forma di impresa più antica. Ancora oggi è un’attività economica fondamentale nel circuito economico, perché si occupa della distribuzione della merce e dei beni di consumo sul territorio. In conseguenza di questa redistribuzione, i beni di consumo acquistano – o aumentano – la loro utilità. Il concetto di utilità va inteso in senso economico, per come lo abbiamo già descritto, vale a dire l’attitudine a soddisfare bisogni economici. Ed in effetti, se ci pensiamo, un bene di consumo appena prodotto, che giaccia nei magazzini della fabbrica, non ha alcuna utilità, cioè non è idoneo a soddisfare nessun bisogno economico del consumatore. Quando quello stesso bene di consumo sarà stato trasferito fisicamente dai magazzini della fabbrica allo scaffale di un negozio, magari posizionato sulla via principale della città, improvvisamente lo stesso bene avrà aumentato la propria utilità. Questa logica economica spiega anche la classica distinzione fra commercio all’ingrosso e commercio al dettaglio. Il commercio all’ingrosso si occupa della redistribuzione della merce dalla fabbrica verso il negozio, mentre il commercio al dettaglio si occupa della vendita della merce al consumatore. Questa logica spiega anche la notevole differenza, in termini monetari, fra il valore del bene in fabbrica ed il valore del bene al negozio. Infatti, quando il bene prodotto si trova nel magazzino della fabbrica, incorpora solamente il costo complessivo di produzione. L’attività distributiva svolta dal grossista aggiunge i costi di trasporto, mentre la vendita finale comporta i costi di gestione del negozio ed il profitto del commerciante. Si spiega, anche, in questa maniera, la differente tassazione che grava sul grossista e sul dettagliante, ed il diverso regime che disciplina la vendita. La vendita di merce al dettaglio, infatti, prevede soltanto l’obbligo, da parte del commerciante, di emettere lo scontrino fiscale, che è un documento nel quale è riportato molto sinteticamente l’importo della transazione e l’ammontare dell’imposta sul consumo, l’I.V.A. Nella transazione fra grossista e dettagliante, invece, esiste l’obbligo della fatturazione della merce. La fattura è un documento contabile molto più dettagliato dello scontrino. Le verifiche fiscali, tributarie e di bilancio che vengono effettuate sulla contabilità di un commerciante si basano, essenzialmente, dal confronto fra le fatture – che documentano la merce acquistata dal grossista – e gli scontrini – che certificano la merce venduta. Le rimanenze devono giacere in magazzino. Dicevamo che il commercio svolge una preziosissima opera all’interno del circuito economico. Si parla, anche, di settore della distribuzione, grande e piccola. Da molti anni, ormai, si assiste in Italia, in Europa, in NordAmerica, in Australia, ma anche in numerosi Paesi in via di sviluppo come Russia, Brasile o Cina, al trionfo della grande distribuzione, in numerosi settori commerciali. Nel NordAmerica la tradizione commerciale è orientata verso il General Store , che è un grande magazzino di vendita di ogni tipo di merce. La più grande azienda di grande distribuzione statunitense, Wal – Mart, occupa più di un milione di dipendenti. In Europa prevale la specializzazione, con l’eccezione dei celebri magazzini londinesi Harrods . La grande distribuzione ha il vantaggio di ridurre il prezzo finale dei beni, potendo distribuire su quantitativi maggiori i costi fissi. In Italia la rivoluzione dell’avvento della grande distribuzione fu con la comparsa dei magazzini “La Rinascente” , prima a Milano e poi in altre città d’Italia, fin dagli inizi del ‘900. A Reggio Calabria le persone anziane ricorderanno sicuramente l’apertura, negli anni ’60, dei magazzini della catena Standa , che erano tre: il punto vendita dell’agroalimentare era all’inizio del Corso Garibaldi, sul marciapiede lato monte, di fronte a palazzo Corigliano, ed oggi non esiste più, avendo chiuso verso la fine degli anni ‘80; i due punti vendita per l’abbigliamento erano all’altezza di Piazza Italia, ed oggi sono occupati da un’altra azienda della grande distribuzione, Oviesse.

Prof. Giuseppe Cantarella

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