Cina. Gli avvocati del premier rispondono alle accuse del NYT

Wen Jabao

Pechino – A pochi giorni dalla notizia rivelata dal New York Times, circa la considerevole ricchezza della famiglia del premier cinese Wen Jiabao, arriva immediata e pubblicamente la smentita da parte dei legali della famiglia stessa. Le rivelazioni del noto giornale statunitense che hanno fatto scalpore nei giorni scorsi, parlano di un patrimonio di almeno 2,7 miliardi di dollari e la notizia arriva precipua proprio a pochi giorni dal Congresso del partito comunista cinese, che prevede la propria apertura i primi di novembre. I vertici di Pechino non hanno affatto apprezzato la diffusione della notizia da parte del NYT tanto che si è arrivati all’ oscuramento del sito del giornale americano nel giro di poche ore. Duro il commento che giunge da Pechino. Secondo un portavoce del ministero degli Esteri cinese, l’articolo del New York Times è pura “diffamazione”. Il quotidiano americano viene inoltre accusato di essersi prestato a “manovre nascoste” nei confronti del governo cinese. Il NYT parla del premier come un capo  che si è finto vicino ai bisogni della gente comune costruendosi negli anni un’immagine che adesso sembra esser messa in discussione.  In una lettera al quotidiano di Hong Kong ‘South China Morning Post’ (Scmp), attraverso un’ iniziativa senza precedenti vista l’ossessiva osservanza della segretezza, gli avvocati contestano in particolare l’affermazione del Nyt secondo la quale la 90enne madre del premier ha un investimento di 120 milioni di dollari nella compagnia di assicurazioni Ping An Insurance, una delle affermazioni-chiave dell’inchiesta.Secondo gli avvocati la donna, Yang Zhiyun, “non ha mai avuto alcun reddito o proprietà”, oltre al suo salario e ora alla sua pensione di ex-impiegata statale. I due avvocati, Bai Tao e Wang Weidong, sostengono che “le così dette ricchezze segrete di membri della famiglia di Wen non esistono”. Il comunicato dei due legali non contesta le altre affermazioni del Nyt, e si limita ad affermare che tra i familiari di Wen “alcuni hanno delle attività imprenditoriali ma nessuna di queste è illegale”.

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