Ponte sullo Stretto: con la buona politica i risultati arrivano

Il Consiglio dei Ministri ha comunicato di aver concesso altri due anni di proroga per verificarne la fattibilità tecnico – economica e la bancabilità del progetto del Ponte sullo Stretto, rivedendo la propria posizione annunciata, nella prossima legge di stabilità, di voler definitivamente liquidare il progetto, pagando una penale al Contraente Generale di circa 300 milioni di euro. Finalmente una vittoria chiara della politica, quella con la P maiuscola. All’indomani della decisione di liquidare il Ponte fortissima è stata la reazione di coloro che in quest’opera hanno sempre creduto, come ultima possibilità di riscatto per il nostro territorio, che non può rinunciare ad un’opera che da sola, con una spesa pubblica che non arriva neanche ad un terzo della TAV, porterà in dote altre alla più importante opera di ingegneria mondiale ed infrastrutturale, una dote di 40.000 occupati ed una straordinaria ricaduta economico-occupazionale nel settore turistico, stimato in un milione di presenze in più ogni anno.

Non riuscivamo a capire come in momento di gravissima crisi come questo si potesse rinunciare a tutto ciò, pagando penali e danni che sarebbero equivalenti alle risorse pubbliche necessarie per la realizzazione dell’opera. La forza di detta convinzione ci ha indotti a non mollare, stimolando quella rete che purtroppo nel passato la nostra classe dirigente non ha mai attivato. Abbiamo fatto politica, attivando una sinergia tra i vari livelli istituzionali.

Siamo partiti dall’analisi delle esigenze del territorio, dalla volontà dello stesso, attraverso gli amministratori locali, tra i quali è da segnalare l’encomiabile l’attivismo del Sindaco LAVALLE e degli altri sindaci del territorio interessato. Il Partito ha filtrato e fatto la sintesi con i livelli istituzionali superiori, stimolando chi ha dimostrato sensibilità nei confronti dei problemi veri del territorio che rappresenta, facendo in modo che si arrivasse alla ad individuare la strategia necessaria per raggiungere l’obbiettivo. Il tutto culminato dopo una intensa attività preliminare, nella magistrale conferenza stampa tenuta a Montecitorio dall’On. FOTI e dall’On. LA LOGGIA.

Da lì, sono passati pochi giorni e il Governo ha recepito il messaggio partito dal territorio, adottando la decisione che rimette in moto il processo che speriamo porterà alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Finalmente la Politica vera ha fatto il proprio dovere. Quella politica che purtroppo per decenni non ci ha rappresentati e che se avesse funzionato, probabilmente il gap che ci divide dal resto d’Italia e dall’Europa, sarebbe notevolmente ridotto.

Ma c’è di più. Quanto dichiarato da Zamberletti, Presidente della Società Ponte Sullo Stretto, peraltro riportate pure da Italia Oggi, ci dà notevole spinta e fiducia circa l’annunciata disponibilità del fondo sovrano cinese tesa a realizzare l’investimento per la realizzazione del Ponte sullo Stretto non solo attraverso la quota di partecipazione all’investimento per parte privata ma addirittura spingendosi anche oltre.

Il fondo sovrano cinese, secondo Zamberletti, pare che abbia manifestato interesse ad estendere i propri investimenti anche per subentrare ad una parte della quota pubblica, ovviamente solo se prima intercorrerà l’adozione da parte del Governo di opportuni interventi legislativi che rendano possibile tale evenienza. Questo apre delle prospettive incredibili che potrebbero coinvolgere in un progetto di investimento integrati anche altre infrastrutture collegate con il Ponte, penso ad esempio al Porto di Gioia Tauro, al trasporto ferroviario, penso soprattutto all’Aeroporto dello Stretto che con realizzazione ponte è destinato inevitabilmente ad ad assumere una sempre crescente rilevanza sul piano trasportistico poiché inevitabilmente vedrà incrementare in modo esponenziale il proprio traffico di passeggeri. E allora perché non pensare ad un più ampio progetto di investimenti integrato allo sviluppo del territorio che in prospettiva della realizzazione del Ponte, attragga nuovi investimenti, in questo caso da parte del fondo sovrano cinese, che vadano appunto in questa direzione?

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