La tregua non regge, continuano i raid su Gaza

Ultimo aggiornamento venerdì 16 novembre 2012 ore 17 e 22

MEDIO ORIENTE – Venti di guerra in medio oriente. La tregua delle ostilità è saltata definitivamente, e non è avvenuta neppure durante le tre ore di visita del premier egiziano, Qandil.

Il lancio di razzi sulla Striscia di Gaza è continuato in maniera incessante, provocando secondo gli ultimi bollettini, tre morti palestinesi e il lieve ferimento di una donna israeliana. Al momento il totale dei razzi lanciati da mercoledì dai palestinesi è salito a 285, compreso un altro Fajr 5 si fabbricazione iraniana che è caduto questa mattina in mare davanti a Tel Aviv.

La mediazione egiziana pare non abbia raccolto i frutti sperati. Il sindaco di Tel Aviv ha predisposto l’apertura dei rifugi antiaerei, cosa che non accadeva dal lontano 1991. Inoltre Israele per precauzione ha richiamato alle armi oltre 16 mila riservisti dei 30 mila previsti.

Clima davvero infuocato. Fonti di Hamas hanno denunciato che Israele ha sparato 85 missili sulla Striscia di Gaza in appena 45 minuti. Prese di mira basi sotterranee usate da militanti palestinesi per sparare razzi verso il territorio dello Stato ebraico. Colpito anche il ministro dell’Interno di Hamas, in preda alle fiamme.

Molto preoccupata l’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Catherine Ashton: «I razzi lanciati da Hamas e da altre fazioni presenti a Gaza, che sono all’origine dell’attuale crisi, sono totalmente inaccettabili. Israele ha il diritto di proteggere la sua popolazione da questi attacchi . Faccio appello a Israele perché la sua risposta sia proporzionata».

Preoccupazione al momento per i cooperanti italiani presenti nella Striscia. La Farnesina è in continuo contatto con loro, e il ministro degli Esteri Giulio Terzi, ha sentito al telefono i colleghi israeliano, Avigdor Lieberman, ed egiziano, Kemal Amr. All’Ansa è arrivata la dichiarazione di una cooperante presente sul luogo: «In totale siamo in otto. C’è stato un primo tentativo di evacuazione ma è fallito e credo che fino a domani non ci saranno nuovi tentativi. Io e i miei colleghi al momento siamo nel palazzo di Abu Ghalion, accanto alle residenze del personale internazionale, in una zona possiamo dire più sicura. Ma sentiamo continuamente i rimbombi dei bombardamenti israeliani. Stanotte non abbiamo chiuso occhio».

Salvatore Borruto

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