Bandi di concorso in tre lingue, la Corte di Giustizia dà ragione all’Italia

Ultimo aggiornamento martedì 27 novembre 2012 ore 16 e 36

BRUXELLES – La Corte di Giustizia europea si è espressa: «No ai bandi di concorso pubblicati solo in inglese, francese e tedesco. Costituiscono una discriminazione fondata sulla lingua. Tutte le 23 lingue della Ue sono ufficiali».

Vittoria dunque per il nostro paese, che aveva fatto ricorso contro la prassi europea di pubblicare i bandi dei concorsi in sole tre lingue. È stata ribaltata così la sentenza di primo grado del settembre 2010, che aveva respinto la richiesta.

Il no della Corte si estende automaticamente anche alla lingua delle prove di selezione, che dovranno essere allargate a tutte le lingue dei componenti Ue.

Il caso riguardava la procedura dell’Epso (l’ufficio per la selezione del personale dell’Unione), che si occupava dei concorsi per l’assunzione dei funzionari Ue. Nel 2007  l’ufficio pubblicò alcuni bandi per amministratori e assistenti nel settore dell’informazione, della comunicazione e dei media in tedesco, inglese e francese chiedendo esplicitamente la conoscenza approfondita di una delle lingue ufficiali dell’Unione come lingua principale e una conoscenza soddisfacente del tedesco, dell’inglese o del francese come seconda lingua. Anche convocazioni,  corrispondenza e test di preselezione si sarebbero svolti unicamente in tedesco, in inglese o in francese. Stessa cosa per l’ammissione alle prove scritte e il loro svolgimento.

Da qui il ricorso per “errore di diritto” vinto dall’Italia. Secondo la Corte: «la combinazione delle regole Ue implica che i concorsi controversi avrebbero dovuto essere pubblicati integralmente in tutte le lingue ufficiali. Di conseguenza, visto che viene prevista alcuna eccezione, il Tribunale ha commesso un errore di diritto statuendo che la pubblicazione successiva delle modifiche aveva posto rimedio alla mancata pubblicazione integrale».

Salvatore Borruto

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