Aumenti 2000% (duemila%) Dell’imposta sui canoni demaniali marittimi ad uso turistico

Confesercenti CalabriaPotrebbe sembrare un errore di scrittura, anche a noi era sorto il dubbio, ma non lo è! La Regione Calabria con apposita Delibera di Giunta Regionale – la DGR 548/12- collegato alla Finanziaria regionale 2013, propone al Consiglio Regionale di approvare all’art. 20 questo testo “l’ammontare dell’imposta sulle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è rideterminato nella misura del 300 per cento del canone di concessione statale.” Se consideriamo che fino allo scorso anno il tributo regionale sui canoni era pari al 10%, come nel resto delle Regioni Italiane, e che già per il 2012 era stato apportato un aumento al 15%, ci rendiamo conto della gravità dell’operazione. Per fare esempi concreti, una struttura turistica balneare albergo/campeggio o villaggio turistico, ovvero stabilimento balneare, presente sul demanio turistico in Calabria su una superfice di circa 15.000 mq, (a Pizzo Calabro, come a Sibari; a Siderno come a Soverato; a Reggio Calabria come a Catanzaro, ovvero Paola, Villapiana, Scalea, etc.), che paga di canone demaniale allo Stato circa € 26 mila e di tributo alla Regione Calabria, ad oggi, pari a € 4 mila circa, con la previsione del collegato alla finanziaria 2013 passerebbe a pagare di tributo regionale € 80 mila l’anno. Si tratta di un provvedimento IRRAGIONEVOLE, che non può trovare spazio per discussioni o commenti; i numeri parlano da soli. L’unica cosa da fare è che il Governo della Regione Calabria ritiri immediatamente in Commissione o in Aula tale deliberato. Questo intervento di revisione sul collegato alla manovra regionale 2013 è ancora più necessario se pensiamo che la stessa delibera prevede all’ Art. 34 “ l’incremento nella misura massima consentita dell’addizionale regionale IRPEF e dell’aliquota IRAP”. Le nostre imprese già hanno difficoltà ad andare avanti con la pressione fiscale attuale; insostenibile tanto quella dello Stato, quanto quella locale. Non siamo nelle condizioni di sostenere altri aumenti neanche di pochi punti percentuali, figuriamoci immaginare di sostenere incrementi di tributi del 2000%, pari a 20 volte quelli pagati l’anno precedente. Non possiamo fare altro che invitarvi a rivedere il provvedimento, se pensate che in Calabria si debba continuare a parlare di turismo balneare.

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