Reggina e Hinterreggio, almeno voi…

La situazione socio-economica della città, assume contorni sempre più preoccupanti con il passare del tempo. Quotidiane sono le proteste di piazza per lavoratori in difficoltà, commercianti, disoccupati. Problemi enormi che ad oggi sembra non abbiano soluzioni immediate, ma neppure in prospettiva. Per questo motivo potrebbe apparire improprio accostare ai veri disagi di vita, le difficoltà in campo sportivo attraversate dalle due maggiori realtà in ambito calcistico, Reggina ed Hinterreggio. E’ altrettanto vero, però, che un eventuale retrocessione di categoria dell’una e/o dell’altra, rappresenterebbe l’ennesimo tassello di un mosaico che continua a perdere pezzi, facendo venire meno uno dei pochi motivi di orgoglio e riscatto della nostra città, lo sport. Certo, tutt’altra storia rispetto agli anni d’oro, ma comunque ancora appiglio per chi vive il calcio come passione, fede ed anche come momento di distrazione e sfogo per amarezze e delusioni. La Reggina, a tre giornate dalla conclusione, battaglia nei bassifondi della classifica. Fosse terminato oggi il campionato, la squadra di Pillon si troverebbe a disputare i play out contro l’Ascoli, sarebbe l’ennesimo spareggio dell’era Foti. Ad oggi, dicevamo, ma realisticamente il quadro potrebbe rimanere immutato anche il 18 di maggio, giorno in cui è prevista la chiusura della stagione regolare. Per chi nelle ultime quattro giornate ha conquistato solamente un punto, acciuffato, tra l’altro, per i capelli in pieno recupero a Crotone, viene difficile pensare possa fare l’en plain, battendo due dirette concorrenti in trasferta, Cittadella e Vicenza e l’ormai retrocesso Grosseto al Granillo. Addirittura, dopo la batosta con il Brescia, non è da escludere completamente, ma lo scongiuriamo, il pericolo di una retrocessione diretta. La prestazione contro le rondinelle ha confermato limiti strutturali, tecnici e caratteriali. L’atteggiamento complessivo della squadra non è cambiato di una virgola rispetto al recente passato, nonostante la posta in palio altissima e la necessità di arrivare ad ogni costo alla vittoria. Pillon ha fatto spallucce di fronte alle insistenti domande dei giornalisti riguardo la possibilità di cavare qualcosa in queste ultime tre giornate, da un gruppo che ad oggi appare incapace su tutti i fronti. Salvo poi ritrovare, un attimo dopo, la forza per incoraggiare i suoi calciatori a tentare l’impresa. Perché di impresa si tratta. La fiducia dell’ambiente è minima, mentre in questo momento la società tace.

Non vanno meglio le cose in casa Hinterreggio. Una strepitosa rimonta nel girone di ritorno, sprecata da un finale di stagione in netto calo. Tutto nato da quella maledetta trasferta di Chieti, condita da sconfitta ed un elenco interminabile di espulsioni. Su tutte, quella dell’elemento più rappresentativo, Carboraro (quattro giornate) elemento di spicco della compagine biancoazzurra. Da allora non si è più vinto, anzi, nel momento cruciale della stagione, tre pesanti battute d’arresto contro dirette concorrenti, due delle quali al Granillo. A due giornate dalla fine il clamoroso sorpasso del Gavorrano che spinge gli uomini di Venuto in zona retrocessione diretta. Così, quello che sembrava un percorso indirizzato verso la salvezza tranquilla, si è trasformato in un incubo. L’incubo di tornare dopo un solo campionato in serie D. Clamoroso ma vero. Il lumicino di speranza rimane acceso per un calendario che adesso, per fortuna, vede l’Hinterreggio dover affrontare le due formazioni già retrocesse, anche se la squadra del presidente Pellicanò, non è più padrona del proprio destino. Oggi la salvezza diretta appare improbabile, quella attraverso la disputa dei play out dipende, a questo punto, dai risultati delle altre.

Michele Favano

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