Senza di lui il M5Stelle otterrebbe migliori risultati

Dopo la fiducia incassata dal Governo Letta necessitano delle riflessioni di carattere politico che analizzino quelli che sono stati gli ultimi 60 giorni seguiti al risultato elettorale. Parte del Paese si è tranquillizzata dopo con la creazione del governo, parte invece è ancora nel caos, perché gli era stato proposto irresponsabilmente un cambiamento radicale in realtà in irrealizzabile con il risultato elettorale raggiunto. Il riferimento è diretto al Movimento 5 Stelle. A chi vuol fare delle riflessioni approfondite non potrà sfuggire il fallimento della linea dura tenuta da Beppe Grillo che ha sprecato l’ampio consenso elettorale ottenuto, non riuscendo alla fine ad ottenere nessuna poltrona di rilievo con la quale influire in maniera diretta nelle scelte del governo. Il muro contro muro dei parlamentari 5 Stelle nei confronti delle altre forze politiche, pilotato da Grillo ha avuto come risultato l’esclusione totale dei grillini in sede decisionale. Insomma il comico ha disperso 8 milioni di voti “toppando” in maniera evidente la linea politica. Quando un leader politico fallisce in maniera così netta solitamente ci si attende che si dimetta, così come è avvenuto di recente per Pierluigi Bersani, inutile gridare all’inciucio. In democrazia, se non si ha la maggioranza politica dei consensi ma si detiene solo un 20% delle preferenze, non ci si può arroccare su posizioni di esclusivismo decisionale., si devono invece cercare accordi che possano favorire la realizzazione del programma di governo, o di una parte di esso che si è proposto in campagna elettorale. Quindi il “cittadino” Grillo perché non su fa da parte!? Perché il movimento, da sempre autodefinitosi trasparente e democratico non elegge in rete un altro leader, che magari si intenda più di politica in modo da dare un peso reale ai milioni di voti ricevuti? Molto semplice ed economicamente poco dispendioso, così come i grillini hanno votato in rete per il Presidente della Repubblica, potrebbero eleggere un altro porta-voce ufficiale del Movimento. Un cittadino forse più competente dell’ex-comico genovese che al di là di arringare le piazze contro “i palazzi” segnalando la presenza di problemi vecchi di 40 anni riuscirebbe ad ottenere la realizzazione di almeno alcuni punti definiti in campagna elettorale. Strano che questa proposta non sia stata mai avanzata o valutata da nessuno degli 8 milioni di sostenitori forse troppo presi a contestare gli altri senza mai guardare in “casa propria” e analizzare in maniera pacata e razionale la posizione attuale di chi pur avendo incassato più voti degli altri oggi è completamente escluso (non per scelta) dalla vita politica del Paese.

solitamente ci si attende che si dimetta

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.