Intervento di Scopelliti in occasione accensione cero votivo a San Francesco da Paola

“Mi sia consentito innanzitutto rivolgere un sentito ringraziamento al Padre Generale dei Minimi Francesco Marinelli e al Padre Provinciale Rocco Benvenuto, che ancora una volta hanno organizzato questa importante giornata nel nome di un Santo, San Francesco, la cui santità, i cui miracoli, la cui vita, il cui carattere, sono pezzi di un mosaico interiore che pur appartenendo oramai al mondo intero, è profondamente radicato nel cuore della Sua gente di Calabria. Un caro saluto rivolgo poi a tutte le Autorità presenti: religiose, civili, politiche, e militari, al Sindaco di Paola, ai tre Sindaci di Calopezzati, San Giorgio Morgeto, Zaccanopoli che quest’anno sono chiamati ad offrire l’olio a nome di tutti i sindaci dei comuni calabresi. Il privilegio dell’accensione del cero votivo, forza della tradizione e valore antico di un rapporto spirituale che lega San Francesco alla sua terra, che un tempo spettava ai sindaci e che solo da pochi anni per volontà dei padri minimi è passato al Presidente della Regione, sta a significare come la rappresentatività politica e di governo debba essere una rappresentatività identitaria, quella cioè in cui si riconoscono tutti coloro che vivono nella nostra amata regione, senza distinzione di appartenenza politica, di razza, di fede. È appunto questo il messaggio di San Francesco, un messaggio di pace e di unità, proprio quella unità che storicamente è sempre mancata agli abitanti delle “Calabrie”. La divisione non porta progresso, la divisione arresta lo sviluppo e rallenta il difficile cammino dell’emancipazione. In questo luogo pregno di spiritualità e santità, al cospetto del miracoloso mantello del Santo, lancio un appello a tutti i calabresi affinché si possa trovare una pacificazione che io stesso mi impegno, in prima persona, a rispettare e favorire con spirito di umiltà come si conviene al luogo e alla circostanza. E con lo stesso spirito mi preme dover fare un cenno ai problemi e ai ritardi ma, anche e soprattutto alle speranze, in cui la nostra azione si muove, con la progettualità messa in campo per risollevare la nostra terra rimasta per decenni come in attesa di un sortilegio che stenta ancora a manifestarsi. So bene che oggi, più che mai, dando uno sguardo a quello che avviene quotidianamente sotto i nostri occhi, si stenta a nutrire ancora speranza nel futuro! Tante sono le tragedie che si consumano ogni giorno nella nostra terra e di cui nessuno parla. Ma la Calabria non è soltanto quella oppressa dal malaffare, dalla criminalità organizzata. La Calabria è fatta soprattutto da donne ed uomini che, diuturnamente e lontano dai riflettori, aprono varchi di speranza capaci di attuare un reale cambiamento, nella legalità e nella giustizia impegnandosi nella famiglia, nella società e nel lavoro. Ed è proprio al lavoro che bisogna guardare e puntare impegnando e spendendo tutte le risorse dei fondi europei. Il lavoro dona dignità e sottrae al contagio spaventoso di un ineluttabile destino minore in cui diversamente pare imprigionata la vita. Europa 2020 prevede la lotta alla povertà come obiettivo prevalente della futura programmazione ed affida al Fondo Sociale il raggiungimento di questo traguardo. Nella riprogrammazione 160 milioni di euro del Fondo Sociale sono stati interamente destinati alla creazione di lavoro duraturo e stabile con particolare riferimento alle fasce più deboli ovvero donne e giovani. Da ultimo mi sia consentito rivolgere un caro e solidale pensiero a chi non è più giovane, a chi è anziano, a chi è solo,a chi soffre per una malattia, a chi non è più autosufficiente. Accendendo questo cero votivo, testimonianza di un amore che sempre arde tra la Calabria e il suo Santo protettore, mi piacerebbe simbolicamente tenere accesa assieme a questa fiammella la speranza di una crescita comune nella nostra regione. Sono sicuro che lo sguardo caritatevole di San Francesco, ci sorreggerà tutti insieme e ci soccorrerà ancora una volta di fronte alle difficili prove che ci attendono in futuro indicandoci la strada da seguire secondo quella coscienza e quel rispetto che portano al centro dell’azione politica la persona e la dignità di chi lavora e produce. Affidiamo a Lui, a San Francesco, i nostri cuori”.

c.s.

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