Teatro Teatro Politeama Siracusa: Domenica in scena “L’Isola di Calibano”

Le marottes a grandezza naturale de L'Isola di Cal

La tempesta di  Shakespeare tra marionette, attori e musica dal vivo

Reggio Calabria – La magia delle marionette e del teatro di figura insieme alla drammaturgia attoriale e alla musica dal vivo. Senza rinunciare al fascino del teatro shakesperiano e a un meridione traboccante di inflessioni e dialetti, nenie arabe e stornelli napoletani. Dopo lo straordinario successo della mostra “Le marionette si raccontano”, che lo scorso anno ha registrato diverse migliaia di visitatori al Teatro Siracusa, domenica 26 maggio alle 18.30 le marottes a grandezza naturaletorneranno a calcare il palco del più antico teatro cittadino, ancora una volta da protagoniste, per “L’isola di Calibano”, riscrittura libera de “La Tempesta” di William Shakespeare a cura di Massimo Barilla, una coproduzione Associazione culturale Le Rane e Mana Chuma Teatro. Ma questa volta le marottesnon saranno sole. Al loro fianco, nelle scene di Aldo Zucco, ci saranno i manovratori a vista (Alice Alessi, Grazia Bono, Giuseppe e Martina Dato, Sabina Frisina, Caterina Morano e Aldo Zucco), i musicisti (Giacomo Farina, Federico Chiofalo, Faisal Taher) e gli attori (Massimo Barilla e Salvatore Arena) che presteranno le loro le voci dal vivo e in registrato. E nessuno sarà una presenza neutra: tutti avranno un doppio o triplo ruolo, come servi di scena e spiritelli, in un “gioco a incastro” in cui la componente del teatro di figura si combinerà con l’elemento recitativo così da arricchire di un sottotesto drammaturgico i lazzi, i frizzi, le mosse delle marionette e, al contempo, accentuando il versante del fantastico di un’opera che è considerata il testamento spirituale di Shakespeare e l’essenza stessa del gioco del teatro. Un ruolo fondamentale sarà esercitato dalla musica che alternerà repertorio popolare tradizionale e colto a testi originali scritti da Massimo Barilla, all’interno di un contesto dichiaratamente meridionale. A partire dal motivo iniziale, che ricostruisce l’antefatto sulla metrica e la melodia di “’O cunto ‘e Masaniello”, lo spettacolo sarà tutto un susseguirsi di note e voci con inflessioni campane, siciliane, pugliesi, calabresi e innesti mediorientali, affidati al timbro inconfondibile di Faisal Taher. In questa girandola di dialetti ci sarà anche un omaggio a Eduardo De Filippo, autore di una versione interamente in napoletano dell’opera, trascritta e registrata prima di morire: un frammento originale della sua Canzone per Calibano verrà accennato e reinterpretato dal vivo.  E se è vero che la musica trascinerà lo spettacolo in una dimensione fantastica, anche i manovratori si lasceranno andare: “Come i giganti ‘volano’ nelle feste di paese del nostro sud, anche le nostre marottes per certi versi voleranno, non avremo paura di staccarle dal terreno all’occorrenza, infrangendo un vecchio tabù tramandato di generazione in generazione. Inoltre – continua Aldo Zucco dell’Associazione culturale Le Rane – nel rispetto dello spirito dell’opera shakespeariana, che non ha alcuna aderenza alla terra, nessuna delle nostre marottes avrà i piedi”. “Il pubblico dell’anno scorso ci stava aspettando”, conclude Massimo Barilla, di Mana Chuma Teatro, in uno con Aldo Zucco. “Non potevamo mancare l’appuntamento. E l’opera scelta non è casuale. Con ‘La Tempesta’ Shakespeare ci ha voluto lasciare in dote il senso di leggerezza, pacificazione, semplicità, parvenza comica che è fondamentale nel gioco del teatro e delle arti in generale. Va da sé che si tratta di un percorso lungo, da compiere necessariamente per gradi. Per questo abbiamo voluto presentare questo lavoro come un primo studio, a cui ne seguiranno altri, probabilmente già durante la prossima edizione dell’Horcynus Festival”. Dopo “L’isola di Calibano”, la stagione di prosa “Naufragi e approdi” del Teatro Politeama Siracusa proseguirà martedì 28 maggio alle 21.00 con “Moby Dick”, a cura del Centro R.A.T. Liberamente ispirato al romanzo di Hermann Melville, adattamento e regia di Antonello Antonante, interpretato da Maurizio Stammati, lo spettacolo rappresenta l’allegoria dell’uomo alla ricerca di se stesso in una chiave di attualità disarmante, esaltata dalla suggestiva scenografia firmata da Dora Ricca e dalle luci di Geppino Canonaco.

Infine, Venerdì 7 Giugno alle 21.00 si chiuderà con “Longa è a jurnata”, lettura scenica in anteprima del testo di Salvatore Arena, finalista al Premio Riccione per il Teatro. Una produzione Mana Chuma Teatro con Salvatore Arena e Massimo Barilla.

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