A “muina” della Ministra Cancellieri

ANNA MARIA CANCELLIERI
ANNA MARIA CANCELLIERI

La prossima, sarà la settimana scelta dagli Avvocati per attuare una protesta che probabilmente non darà alcun esito, ma senz’altro risponde ad esigenze di decoro professionale: la Giustizia merita senz’altro di esser riformata, ma non assecondando gli odiosissimi diktat pluto-tecnocratici impartiti da un’Europa che dopo Mario Monti continua ad avere la sua testa d’ariete in Italia con l’attuale Guardasigilli. Non appare affatto casuale che  l’ex titolare del Viminale, lo scorso sabato, dopo avere reso palese, nella veste di Ministro della Giustizia, la sua considerazione per il Libero Foro, meritevole, a suo dire, di essere sbrigativamente “tolto dai piedi”, abbia tentato di riparare all’ennesimo vulnus prodotto dal suo greve sigillo insolentendo ed additando l’Avvocatura alla pubblica opinione  come potente lobby, per di più mossa dall’intento di bloccare le riforme.  L’autodifesa della Merkel de noantri, in realtà è un attacco velleitario e gratuito, e comunque non è altro che una estemporanea declinazione di quel “facimm’ammuina” che rende l’idea della ben nota teatralità partenopea. A ben guardare, tra le “riforme” messe in campo da Via Arenula, neppure si intravede quella che, a fronte della sua basilare irrinunciabilità, probabilmente era la più attesa, soprattutto in considerazione della mission di “ripartenza” che il Governo in carica s’è data quale priorità assoluta.  E’ nota l’esistenza, nell’ordinamento giuridico italiano, della cosiddetta Legge Pinto, a mente della quale vengono sanzionate le estenuanti lungaggini giudiziarie che ci fanno meritare posizioni per nulla onorevoli nelle graduatorie internazionali che hanno ricadute immediate e dirette sul PIL. Altresì noto è che lo Stato Italiano, non pago della collezione di corposi indennizzi, si renda destinatario di sanzioni aggiuntive che la Corte Comunitaria non può risparmiarci a fronte dei consistenti ed ingiustificati ritardi con i quali l’Italia provvede in concreto a corrispondere quegli stessi indennizzi.

riceviamo e pubblichiamo

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