Reggio Calabria, l’economia locale stenta a sopravvivere

Palazzo San Giorgio Reggio Calabria
Palazzo San Giorgio Reggio Calabria

Com’è lampante la crisi economica nella quale versa buona parte del Vecchio Continente ha profonde ripercussioni in Italia, disagio amplificato nei territori meridionali della penisola dove atavicamente il problema della mancanza di lavoro coesiste con i più semplici problemi dei cittadini. Non è esente da questo drammatico quadro economico la nostra Reggio Calabria. Qui la situazione è attualmente molto più pesante come tutti ricordano circa otto mesi addietro il Comune, giudato da Demy Arena, è stato commissariato per “contiguità mafiosa”. La città che prima seppur con qualche disservizio viveva la crisi in maniera dignitosa, adesso è quasi alla paralisi totale ed alla fame. La gente aspettava con entusiasmo e con trepidazione la bella stagione per avere un rilancio all’economia cittadina. Ma nonostante la caparbietà e la temerarietà degli imprenditori reggini la ripresa tarda ad arrivare. Basta percorrere la nostra via Marina per ricordarsi quando gli stabilimenti balneari facevano a gara per inaugurare il più presto possibile. Oggi 16 luglio, a stagione largamente inoltrata, alcuni non sono stati ancora ultimati. La movida notturna stenta a trascinare l’economia notturna e non della città. Di turisti stranieri, non se ne vedono molti, tranne i russi che finalmente, dopo l’accordo siglato dalla Regione, cominciano arrivare con le famiglie in riva allo stretto. I reggini com’è normale vivono in maniera nervosa la situazione di stallo che la città sta attraversa da quando i commissari si sono insediati. Occorre fare delle profonde riflessioni su quello che si sarebbe potuto fare e su quello che invece è stato fatto. Forse quello che si poteva fare è stato fatto, chi può dirlo? Chi potrà mai dirlo? L’unica cosa certa è che è stata non oculata la decisione di commissariare la città più grande e popolosa della Calabria. Oltre al danno d’immagine che ha accostato ancora una volta la città dei Bronzi alla ‘Ndragheta, lo stop a tutte le attività nell’attesa che i commissari prefettizi venissero a capo delle migliaia di carte da leggere prima di poter prendere una qualsiasi decisione ha fatto il resto. I cittadini in questi lunghi interminabili mesi di declino urbano, si sono accorti esclusivamente dell’aumento delle aliquote sulle tasse cittadine (spazzatura,acqua e luce). Un provvedimento che onestamente avrebbe potuto attuare anche uno studente al primo anno di economia. Forse si vuole rientrare troppo velocemente di un debito accumulato nel corso anni e ed anni di gestione cittadina bi-partisan. Un debito presente, anche se in cifre diverse, nella maggioranza delle amministrazioni comunali italiane. Allora perché sciogliere proprio Reggio Calabria? Perché l’ex ministra Cancellieri non si è presa la briga di esaminare pagina per pagina il dossier su Reggio ed eliminare o agire solo la dove esisteva il ragionevole e profondo sospetto di “contiguità”!? Certo era più agevole, più semplice, più sbrigativo tagliare tutto “l’albero” e non solamente gli eventuali “rami malati” . Come spesso è accaduto in passato, decisioni sommarie e superficiali del governo centrale hanno danneggiato la nostra città. Dove sono spariti quelli che dietro le telecamere di un famoso talk-show politico inneggiavano alla liberazione della città subito dopo la notizia del commissariamento? Che cosa hanno fatto in questo frangente temporale? Si sono accorti del danno procurato alla città da quella decisione? Questo periodo di Purgatorio dantesco che ci stanno facendo vivere, in fin dei conti, palesemente non giova a nessuno, nemmeno a quelli che erano all’epoca all’opposizione politica cittadina.

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.