Ricordate il cane Schoep?

C_2_fotogallery_1023040__ImageGallery__imageGalleryItem_0_image20\07\2013 – USA: addio al cane Schoep, un dolcissimo pastore tedesco che  trovava sollievo dalla sua artrite cronica progressiva ed incurabile, solo galleggiando nel lago, spesso addormentandosi fra le braccia di John, il suo padrone.  John Unger ha dato poche ore fa il triste annuncio della scomparsa del suo inseparabile Schoep, che aveva appena compiuto 20 anni vissuti felicemente ed intensamente vista la dedizione del suo amico umano.L’immagine di Schoep e John nelle acque del grande LagoSuperiore, in Wisconsin, scattata dall’amica Hanna, ha un impatto emotivo così forte  che sconvolge il mondo intero: sono più di  200mila i fans che su facebook negli ultimi anni hanno seguito giorno dopo giorno la sua vecchiaia e la sua malattia: sul profilo facebook che porta il nome di cane e padrone, sono già innumerevoli i commenti di saluto, sotto la foto dell’ultima impronta nella sabbia del popolare cagnone. Grazie alla beneficenza di chi ha preso a cuore le vicende di Schoep, è nata una fondazione ” Schoep’s Legacy Foundation” a lui intitolata per aiutare gli altri animali in difficoltà. Il legame che unisce padroni e animali è così indescrivibile che non può essere compreso se non si vive giorno per giorno, a stretto contatto con quegli occhi così profondamente silenziosi capaci di capire ogni stato d’animo umano, e in grado di sciogliere in un piccolo contatto qualsiasi nostalgia o amarezze. La fedeltà, l’amicizia incondizionata, l’affetto e le attenzioni, le premure, il divertimento, sono gli ingredienti che spesso cerchiamo nelle amicizie, e che spesso non ritroviamo, e sembra quasi paradossale riuscire a trovare tutto ciò nel rapporto di amicizia con un amico a quattro zampe; eppure, accade di svegliarsi un giorno, e realizzare di essere totalmente rapiti e innamorati dalla loro semplicità. Schoep verrà ricordato così come Hachiko, divenuto famoso per la sua fedeltà nei confronti del padrone, Hidesaburō Ueno. Dopo la morte di Ueno il cane si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, invano, alla stazione in cui l’uomo prendeva il treno per recarsi al lavoro. La vicenda ebbe un enorme riscontro nell’opinione pubblica dell’epoca e ben presto Hachikō divenne, in Giappone, un emblema di affetto e lealtà. Nel 1934, al fedele animale fu dedicata una statua e, negli anni, la sua storia divenne il soggetto di film e di alcuni libri.

Annamaria Milici

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