Rossore a Reggio Calabria

Avv. Oreste Romeo
Avv. Oreste Romeo

16\09\2013 – E’ indifferibile il momento che l’Informazione cittadina si produca in una seria e profonda autocritica. Lo spunto, che non può e non deve passare sotto traccia, lo offre una vicenda che amareggia, e non poco, pur non destando sorpresa alcuna presso chi abbia un minimo di conoscenza della vita cittadina degli ultimi diciotto mesi. Un giornalista con velleità letterarie, non a caso collaboratore de “La Repubblica”, ha pubblicamente oltraggiato il Vescovo della Diocesi Reggio-Bova, S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini. E che l’esternazione, poi emendata, abbia avuto di mira il messaggio piuttosto che la mite figura di Padre Giuseppe, non sposta di un millimetro i termini di una insopportabile quanto gratuita insolenza, per di più “apprezzata” nel social network da esponenti di sagrestie di movimenti talebani come da un cittadino preso di mira dalla mafia. “Perle” del genere impongono di seriamente interrogarsi, prima ancora che sul rispetto che in certi ambienti si ha delle idee degli altri, delle più elementari regole della buona educazione. Insomma, appare severa ed ineludibile l’autocritica che dovrà avere come principali attori gli organismi tutti di rappresentanza del Giornalismo, se è vero, come ormai è chiaro e rotondo, che esistono precise e dirette responsabilità sullo stato di degrado culturale in cui la nostra Comunità versa, senza che l’Informazione cittadina possa pretendere di chiamarsene fuori. Barbarie, incultura, faziosa partigianeria, sommarietà di giudizio, quando non vero e proprio pregiudizio, non sono di aiuto ad una Città che deve ritrovarsi e riprendere un cammino che affonda i primi passi nei millenni che abbiamo alle spalle. La dignitosa e straordinaria umanità del messaggio di Mons. Giuseppe Fiorini Morosini al Capo dello Stato forse non poteva coltivare l’ambizione di infondere SPERANZA a chi scambia l’odio sociale con la giustizia. Condizione, questa, che sembra essersi diffusa in ambienti non solo giornalistici, ma anche istituzionali. Tuttavia, la perseveranza e la fede non potranno che alimentare la speranza che possa ben presto mutare in positivo la triste e sterile condizione di chi frequenta quotidianamente i corridoi della Procura della Repubblica per motivi professionali e ritiene di essere depositario della Verità, sino ad affermare apoditticamente di poter bellamente “dare del mafioso” a chicchessia senza avvertire la necessità che si compia la difficile arte del giudicare. Se la disdicevole occasione offre plastica ed attendibile dimensione di come il segno sia stato superato, è profonda e radicata la certezza che il Ministero del Presule non andrà incontro a delegittimazioni o condizionamenti di sorta. Anzi, ci si attende che saranno moltiplicati gli sforzi di Padre Giuseppe, equilibrato e determinato Pastore di una Comunità in cui il lavoro non gli mancherà di sicuro.

LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE Il Coordinatore Provinciale Avv. Oreste Romeo

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