“Il Sogno di Safiyya”, a cura di Maria Pia Selvaggio

il sogno di safiyya“ Nato dallo spettacolo vario di una ingegnosa umanità, con il sottofondo instancabile di un ritornello di pace, attento alla profonda dissomiglianza fra mondi di pensiero e quelli di animo, irrigidito contro certi compromessi sapienti e leggeri. I ricordi, occupati ad insegnare la propria arte, si snodano mitragliati dalle emozioni …come pennelli fumosi che seguono sulla scena le evoluzioni di un “primo soggetto”. Forse un’ombra profetica, senza dubbio un residuo biografico, instancabile il ritornello di ” parole” scritte sull’ormeggio di un popolo. Spruzzi malinconici tra cielo e stelle mi ricordano Degas, mentre le scene, brevi e folgoranti, mi rendono curiosa del ” poi”. Lei … e mi sovviene un’erba selvaggia, o un rumore stridente di ferraglia, o una lunga notte, tonificata qua e là da discussioni sulla guerra. L’ eleganza secca dello stile offre il “torto” al lettore capace di approfondire fredde scene e forzati compromessi. Un bel dire, per chi non vuole aggirare ostacoli morali ed umani pesanti sotto la spinta passionale che ha ispirato Nuccio …Imbevuto di virtù disprezzate lascia a chi legge l’abuso della decisione. Dov’è la salvezza? Pretese di una formula decisamente oscura …talvolta offensiva per la “carne”. Oltre la guerra, oltre le idee, oltre la confessione pubblica di quello che ” è”. Una presa di coscienza comune … una metafora … i due rami di una parabola!” (a cura di Maria Pia Selvaggio, scrittrice, vincitrice del Premio Olmo 2010 ed autrice, tra gli altri, di “Ai Templari il settimo libro”, Ed. SI Mondadori, “Lei si chiama Anna”, Guida Editore e “Borgofarsa.Gli aquiloni colorati fermi sui lampioni, Ed.Melagrana) .

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